Campi di Concentramento nel Nuovo Continente?

La storia coloniale africana dimostra che l’America sta attualmente conducendo campi di concentramento ai sui confini

Ennesima immagine vergogna per la storia occidentale

di Tatenda Gwaambuka*

  • Nell’Africa coloniale, milioni di civili sono stati messi in campi di concentramento antigienici dove il cibo scarseggiava e le persone erano sovraffollate. Lo stesso si può dire per i centri di detenzione inumani dell’America. L’esperienza dell’Africa dovrebbe insegnare agli Stati Uniti.

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Roger Waters sui tentativi di Golpe in Venezuela

“Sono falliti miseramente perché il popolo venezuelano crede nella Rivoluzione Bolivariana”

Riportiamo dal sito L’Antidiplomatico l’articolo e il video sottotitolato in Italiano che Roger Waters ha messo in rete per sostenere gli attivisti statunitensi che difendono l’Ambasciata del Venezuela a Washington.

Il grande artista britannico Roger Waters, cofondatore dello storico gruppo musicale inglese dei Pink Floyd, ha diffuso sui social network un video, registrato in data 11 maggio, nel quale ha espresso il suo sostegno per gli attivisti che presidiano l’Ambasciata del Venezuela a Washington, a sostegno del Presidente Nicolas Maduro, per impedire l’ingresso del personale illegalmente nominato dal “presidente in carica” autoproclamato, Juan Guaidó.

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L’attivismo progressista ai tempi di Trump

Colorite proteste anti-Trump al momento della sua elezione a Presidente

di Lito

Si soffre nel pensare che sono state sistematicamente sterminate persone definite di altra “razza“, per esempio di “razza” ebraica, questo perché tutti -e da decenni- siamo stati ben informati che questo destino è stato loro riservato dal potere nazi-fascista. Molto meno si soffre per il destino simile che è toccato a quelli di “razza” Rom o Sinti, a quelli bollati come omosessuali o a quelli di credo comunista. Questo perché su queste ultime categorie di sacrificati, per necessità del potere attuale (…attuale da oltre mezzo secolo….) l’informazione è stata deviata se non interamente rimossa.

Quindi il dato di fatto che nella Germania fresca di Terzo Reich siano stati fatti sparire e poi eliminati circa 150.000 tedeschi comunisti, è cosa poco nota.(1) Ci voleva un bel “fegato”, come si dice, per essere comunisti nella casa conquistata dal nazismo. Un bel fegato per contrastarlo con azioni e mobilitazioni progressiste….In fondo ebrei, zingari e omosessuali erano riconosciuti e accusati di essere tali, con la semplice constatazione di parte. Erano colpevoli di essere quello che erano punto e basta. Quelli impegnati politicamente contro il nascente regime invece sceglievano, per motivi etici e morali, di contrastare l’orrore in divenire di cui avevano capito le intenzioni. Per questo motivo sono stati eliminati con mossa d’anticipo su tutte le altre categorie. Ancora oggi, essere antifascista militante in Europa non è proprio così semplice e naturale, figuriamoci allora. Oppure essere attivista anti-mafia in una realtà omertosa e dal tessuto mafioso risulta tutt’ora altrettanto complicato. Ci vuole sempre “fegato”.

Da questa premessa si ricava la deduzione di quanto il futuro del progressismo dovrà essere grato al “fegato” degli attivisti statunitensi che presidiano l’Ambasciata del Venezuela a Washington, D.C., nell’epoca Trump. Certo non esiste il pericolo che vengano deportati o torturati e poi eliminati…..ma probabilmente una delle ragioni di questa certezza, risiede anche nel fatto che con i video mostrati per mezzo delle tecniche odierne, risulterebbe difficile convincere la pur rimbecillita opinione pubblica che questi “pidocchiosi” attivisti hanno fatto un suicidio di massa, con tuffo nel Potomac. Diventa utile quindi, a loro possibile protezione, che questi video vengano diffusi e condivisi: inoltre i loro sforzi di resistenza potranno avere un minimo di solidarietà in più. Se aspettiamo che ce ne parlino i mezzi d’informazione che si definiscono progressisti, liberi, democratici, potremmo attendere che il prossimo (Quarto? Quinto?) Reich, magari con ciuffo al posto dei baffetti, faccia anche sparire le prove delle mobilitazioni “HANDS OFF VENEZUELA“(Giù le mani dal Venezuela).

Qui sotto un video con interviste ad alcuni militanti che turnando, sostengono e mantengono il presidio continuo dell’Ambasciata Bolivariana nella Capitale dell’Impero anglo/americano. Attivisti che hanno “fegato”.

(1) I tedeschi rinchiusi nelle carceri e nei lager nazisti sono stati oltre 800.000; ben 350.000 sono quelli morti nei lager, nelle prigioni, fucilati, impiccati o uccisi in vari modi. Di questi circa 150.000 erano seguaci dell’ideologia marxista. (da Centro Studi della Resistenza Italiana -ANPI- http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzaeuro2.htm)

Fonte: News of the Restless – (Sabina Beker) – USA

http://www.sabinabecker.com/

 

Brasile, un anno di ingiusta detenzione

Pubblichiamo un promemoria della vicenda giuridica e giudiziaria che ha portato all’arresto di Lula, testo distribuito il 16 marzo in un incontro nazionale a San Paolo molto intenso e ampio, indetto per promuovere la moltiplicazione dei Comitati Lula Livre. Attraverso il modello di domanda e risposta, con rigore e senza un linguaggio specialistico, il testo consente di avere ben chiaro come e perché tutto il processo è illegittimo e illegale. A questo aggiungiamo la lettera che Lula stesso ha inviato in quella occasione. 

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Per quale motivo ci sono tanto processi giudiziari contro Lula?

Libero, Lula sarebbe stato di nuovo eletto presidente (nell’ottobre 2018). I suoi nemici hanno montato una farsa giudiziaria per arrestarlo. Quanto più numerosi sono i processi, maggiore è l’impressione che “dove c’è fumo, c’è arrosto”.

Quanti processi sono stati interamente conclusi?

Nessuno. Il più avanzato si riferisce a un appartamento a Guarujá, in seconda istanza. Poi viene il processo relativo al cascinale ad Atibaia, la cui sentenza di primo grado è stata pronunciata il 6 febbraio.

Se nessun processo giudiziario è stato concluso, Lula non dovrebbe essere libero?

Secondo la Costituzione (brasiliana del 1988) Lula dovrebbe poter rispondere alla giustizia in libertà. Dal momento che la sua incarcerazione è politica, sono state create regole speciali per mantenerlo in carcere. Anche il Supremo Tribunale Federale/STF, contraddicendo decisioni precedenti, ha rifutato l’habeas corpus/libertà personale che impedirebbe l’incarcerazione.

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Abbandonati i disertori delle FANB del 23 febbraio – Ennesimo crack del “Piano Guaidó”

Disertori delle FANB lasciati in Colobmia al loro destino…

Nel contesto del 23 febbraio, tra i principali obiettivi della strategia statunitense vi era il tentativo d’incoraggiare la diserzione del maggior numero possibile di militari delle Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB) presso l’opposizione, il cui volto più noto oggi è quello di Juan Guaidó. Si riuscì ad avere un gruppetto che passava il confine colombiano-venezuelano, ricevuto al momento da Volunted Popular e alcuni altri deputati. Costoro, alla fine di questo passo, secondo i dati imprecisi del Ministero degli Esteri colombiano, non arrivavano a un migliaio, traducendosi in una percentuale infima delle FANB, che comprendono circa 230.000 soldati. Promisero a quel gruppo di disertori alloggi, ospedali e alimenti a Cúcuta e dintorni, in cambio dovevano disporsi al finto comando diretto di Guaidó che però, dopo un breve tour latinoamericano, tornava in Venezuela senza occuparsi di questi militari.

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Il ritorno di Juan Guaidó: spiegazioni giuridiche sul caso

Ana Cristina Bracho*

Il 29 gennaio 2019, il Procuratore generale della Repubblica Tarek William Saab aveva presentato una petizione alla Corte suprema di giustizia per l’autorizzazione ad avviare un’indagine penale contro il cittadino Juan Guaidó. Lo fece considerando che gli atti compiuti da questo deputato erano legati al verificarsi di “atti violenti nel paese, con dichiarazioni di governi stranieri e il congelamento di beni della Repubblica, fatto che implicherebbe l’aver commesso gravi crimini che minacciano l’ordine costituzionale “. La sua petizione era accompagnata dalla richiesta di misure precauzionali che permettessero alle indagini di avanzare e risolvere la situazione in un possibile procedimento penale.

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ll Burkina Faso inaugura la maestosa statua di Thomas Sankara a Ouagadougou

 

La statua in memoria di Tomas Sankara

Mildred Europa Taylor

Il Burkina Faso ha inaugurato un’enorme statua di bronzo in onore del suo ex presidente e leader rivoluzionario, Thomas Sankara. La statua è stata inaugurata sabato a Ouagadougou, la capitale del Burkinabe, a margine del festival cinematografico africano, il Fespaco, e come parte del grande monumento commemorativo di Sankara. Il presidente del Burkina Faso, Roch Kabore, è stato assistito dall’ex leader del Ghana, Jerry John Rawlings, e da altri membri del governo per inaugurare la statua.

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A Londra idealmente con Barnard per Assange

 

Appoggiamo l’iniziativa di Paolo Barnard in solidarietà con Julian Assange, nella speranza che altri personaggi noti a livello internazionale, matti ma liberi come lui, lo affianchino per sollevare il velo di omertà sulla “detenzione del fondatore” di Wikileaks, bloccato da otto anni in una stanza dell’ambasciata boliviana a Londra. Durante l’attesa di poter lasciare il Regno Unito senza rischiare di essere “venduto” agli Stati Uniti, Julian non ha potuto avere le cure necessarie neppure di…un dentista!

Quello che segue arriva dal sito di Paolo Barnard:

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