La guerra biologica contro la Cina

Questo articolo è rimasto in testa al sito        per alcuni giorni, data la rilevanza del tema e la provata serietà della fonte da cui proviene. Abbiamo visto anche che altri analisti di geopolitica, attenti da sempre a non farsi annoverare come “complottisti”, hanno ripreso la tesi qui esposta per proseguire l’analisi. Infine ricordiamo che anche noi in passato venimmo scherniti per aver accusavato gli “yankee” di aver introdotto a Cuba l’epidemia suina o il Dengue…

Lito

Il noto economista statunitense Lew H. Rockwell ci mette la faccia

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(altro…)

…e ora si strappano le vesti!

Non vogliamo difendere l’operato di nessuno, neppure quello della Bielorussia che “dirotta” un aereo che attraversa il suo spazio aereo, ma vogliamo mettere in luce la falsa morale del bue che accusa l’asino di essere cornuto. La memoria corta e la valanga informativa fecale fanno il resto.

Quello che segue è tratto da Wikipedia a questo link: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Evo_Morales_grounding_incident

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Il 1 ° luglio 2013, il presidente della Bolivia Evo Morales , che aveva partecipato a una conferenza dei paesi esportatori di gas, in Russia, ha rilasciato un’intervista alla rete televisiva RT in cui sembrava predisposto a offrire asilo a Edward Snowden. Il giorno dopo la sua intervista televisiva, il Dassault Falcon 900 FAB-001 di Morales, che lo riportava in Bolivia dalla Russia, è decollato dall’aeroporto di Vnukovo, ha sorvolato ininterrottamente la Polonia e la Repubblica Ceca ed è atterrato a Vienna dopo che i piloti hanno richiesto un atterraggio di emergenza a causa di problemi con gli indicatori del livello del carburante e quindi incapacità di confermare una quantità sufficiente di carburante per continuare il volo.

Diverse parti hanno poi espresso una serie di dichiarazioni e accuse contraddittorie. Secondo la Bolivia, il volo è stato dirottato in Austria quando Francia, Spagna, Portogallo e Italia avrebbero negato l’accesso al loro spazio aereo, presumibilmente a causa di sospetti che Snowden fosse a bordo.

Il vice cancelliere austriaco, Michael Spindelegger, ha detto che l’aereo è stato perquisito, anche se il ministro della Difesa boliviano ha negato che sia avvenuta una perquisizione, dicendo che Morales aveva negato l’ingresso al suo aereo. I rifiuti all’ingresso nello spazio aereo francese, spagnolo e italiano apparentemente per “ragioni tecniche”, fortemente denunciati da Bolivia, Ecuador e altre nazioni sudamericane, furono attribuiti a voci diffuse presumibilmente dagli Stati Uniti secondo cui Snowden era a bordo. Il ministro degli Affari esteri spagnolo, José García-Margallo, ha dichiarato pubblicamente che gli era stato detto che era a bordo, ma non ha specificato chi li avesse informati.

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La morale del dirottamento Morales?

Fate voi. Lo avevate rimosso? Beh, proprio come da copione…il falso giornalismo non mette a confronto; condanna per ordini superiori.

Lito

Italia, vergognati: hai dimenticato Gramsci

Per vedere questa locandina, per sentire l’importanza di discutere del pensiero di Gramsci, bisogna andare dall’altra parte del mondo. In Italia hanno disfatto tutto: sono stati quelli che hanno venduto la pelle degli altri, quelli che si sono fatti largo a gomitate per essere egemoni nella “sinistra”, i capetti, i settari della virgola…Antonio Gramsci aveva fondato un giornale con un nome semplice che doveva appunto essere recepito come messaggio facile, conciso e fondamentale. L’Unità.

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La locandina web dell’incontro promosso da Atilio Boron

Quanto dolore… pur nella gioia di sapere che il messaggio è più che mai vivo nelle menti brillanti che spronano il progressismo e che alimentano speranza futura.

Il pensiero di Gramsci mi è spesso stato mostrato come amato, conosciuto, presentato quasi come un benvenuto, visto che arrivavo dall’Italia, in molti contesti internazionali. Mi ricorderò sempre la lunga asserzione di affetto, quale suo primo metodo di apertura della mente, fattami da un giovane laureato di Caracas. Ho presente la conversazione piena di citazioni gramsciane avuta con un semplice poliziotto di guardia all’hotel dove alloggiavo, una sera a La Habana. Non posso dimenticare le introduzioni che facevano latino Gramsci presso gli incontri del LASA (Latin American Student Association – USA) a Washington.

Possiedo ancora la registrazione video dell’omaggio di Aleida Guevara nella sua visita alla Casa Museo Gramsci di Ghilarza, Oristano. Conservo l’audio del mio intervento presso la Sala Gramsci della stessa Casa Museo, sul tema “Il Che e il pensiero di Gramsci”, dove scioglievo il nodo delle letture del Comandante, ancor giovane, sui primi testi di Gramsci tradotti in spagnolo e “importati in Argentina” dallo zio, il poeta Cayetano Córdova Iturburu (detto Policho), giornalista e internazionalista della Guerra di Spagna. Sempre negli anni Cinquanta proprio in Argentina, Hector Agosti e José Aricó pubblicarono i Quaderni del carcere in spagnolo, prima traduzione in una lingua straniera dei Quaderni. Trovarono posto nella fornita libreria di casa Guevara.

Vergogna a chi ha dimenticato tanta forza vitale per il percorso del progressismo.

Vergogna alla dirigenza della sinistra (qui aggettivo) sinistra (qui soggetto) italiana.

Lito

Ricordando Giulietto Chiesa

Ad un anno esatto oggi, dall’improvvisa scomparsa di Giulietto Chiesa, ci uniamo  a quanti sentono la mancanza di un giornalista dalla schiena diritta e mai disponibile ai compromessi sottotraccia.

Un maestro e un giornalista molto noto anche oltre frontiera, soprattutto in Russia.

Lito

25 aprile, non solo in Italia

Portogallo, l’altro 25 aprile: 46 anni fa la rivoluzione dei garofani sconfiggeva la dittatura di Salazar

Un sollevamento militare dell’ala progressista dell’esercito portoghese, nel 1974 diede la spallata al regime fascista lusitano. Il gesto di Celeste Caeiro che distribuì i garofani comprati per l’anniversario del ristorante dove lavorava diede il nome a quella Rivoluzione morbida.

Quasi cinquant’anni di dittatura, 48 per la precisione, portarono il popolo e gran parte delle forze armate a sollevarsi a quello che restava del cosiddetto “Estado Novo”, il regime che sotto Antonio Salazar e Marcelo Caetano impoverì il paese. Le proteste iniziarono contro le spese ingenti dello Stato per mantenere in piedi un impero coloniale anacronistico, e sfociarono in un movimento che chiedeva di superare le chiusure anche culturali del Portogallo.

Una cronaca del Jornal de Noticias di Lisbona, riportata da tutti i giornali europei descriveva fin da subito la nascita del mito dei garofani: “Per le vie di Lisbona camminava Celeste, 41 anni, coi fiori in mano. “Lavoravo in un ristorante che era stato inaugurato il 25 aprile del 1973. Quello era il suo primo anniversario e i proprietari volevano celebrarlo: ci chiesero di comprare fiori per la festa. Però quel giorno, data la situazione in città, decisero di non aprire”.  Tornando a casa, un soldato le chiese una sigaretta. “Siccome non ne avevo gli offrii l’unica cosa che avevo: uno dei garofani comprati per il ristorante. Lui lo prese elo mise nella canna del fucile. Donai gli altri fiori agli altri soldati e vidi che facevano lo stesso. Fu una gioia incontenibile quando vidi tutti i militari sfilare per la piazza coi fiori nelle armi. Una sensazione indescrivibile”.

Precedentemente, durante le prime proteste di piazza, erano stati uccisi 4 manifestanti. Il gesto dei militari contrari alla repressione ribaltò completamente la situazione, consigliando la fuga dei membri del governo. Con Salazar in esilio in Brasile, a fatica si riconpose un quadro politico per le prime elezioni democratiche.

25 aprile, Portogallo auguri.

Lito

A cosa e a chi si riferiva Putin?

Per ora le bocce geopolitiche che rischiavano di rotolare velocemente, sono ferme: sospiro di sollievo.

Come mai? Beh, tira, tira, tira e tira la corda, fino a quando capisci che è in fase di rottura e devi sapere come cadi, visto che fai trazione. Dopo lo strappo puoi prenderne il rinculo.

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Questo è un estratto della parte (direi breve) del recentissimo discorso di Putin che si occupa di questioni estere:

Vogliamo davvero mantenere buoni rapporti con tutti coloro che sono impegnati nella comunicazione internazionale, inclusi, a proposito, quelli con cui non siamo andati d’accordo ultimamente, per usare un eufemismo. Non vogliamo davvero bruciare ponti. Ma se qualcuno scambia le nostre buone intenzioni per indifferenza o debolezza e intende bruciare o addirittura far saltare questi ponti, deve sapere che la risposta della Russia sarà asimmetrica, rapida e dura .

Coloro che stanno dietro alle provocazioni che minacciano gli interessi fondamentali della nostra sicurezza si pentiranno di ciò che hanno fatto in un modo nel quale non si sono mai pentiti in passato.

Allo stesso tempo, devo solo chiarire, abbiamo abbastanza pazienza, responsabilità, professionalità, fiducia in noi stessi e certezza nella nostra causa, così come il buon senso, quando prendiamo una decisione di qualsiasi tipo. Ma spero che nessuno pensi a oltrepassare la “linea rossa” nei confronti della Russia. Determineremo noi stessi in ogni caso specifico dove verrà disegnata.

Si apre quindi l’interrogativo le cui risposte si leggono negli articoli precedenti che trovate in questo sito relative alla frizione est/ovest, Ucraina>NATO, rivolte colorate in Bielorussia, ecc., ecc.

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Le situazioni estreme sembrano in stand-by; la Turchia non ha favorito gli ingressi navali “alleati” nel Bosforo, diretti verso la Crimea e Biden annuncia che gli Armeni cento anni fa subirono un “genocidio” dagli ottomani, cosa che fa arrabbiare i nipoti, i turchi. Deve averne preso visione ora.

Sempre Biden ha telefonato all’assassino Putin, confermando l’avvenimento in un comunicato.

La proverbiale pazienza russa e cinese rimane in attesa con il dito sul grilletto. Questa volta forse europei e ‘mmerikani hanno capito che spingere l’ex (?) comico ucraino alla guerra avrebbe avuto conseguenze non più ricomponibili.

Per ora tutto è rimandato alla festa d’inaugurazione del Nord Stream 2, alla quale però non manca moltissimo tempo. In quel momento l’Europa, pardon la Germania, deve dire chiaramente che futuro avremo noi del Vecchio Continente.

Lito

Perchè nessuno dei media tradizionali ne parla?

Cos'è il Consiglio d'Europa? Come funziona? – Orizzonti Politici

AVEVAMO PUBBLICATO QUESTO ARTICOLO IL 3 FEBBRAIO SCORSO. ANCORA NESSUNO HA DIFFUSO LA DECISIONE DEL CONSIGLIO D’EUROPA SUI VACCINI ANTI COVID-19. QUALCUNO A IDEE IN MERITO?

L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (*), nella seduta plenaria del 27 gennaio a Strasburgo, ha approvato a larghissima maggioranza (115 favorevoli, 2 contrari e 13 astenuti) la risoluzione 2361(2021) dal titolo: “Vaccini anti Covid-19: considerazioni etiche, legali e pratiche”.

Sono stati ribaditi e fissati alcuni principi fondamentali come ai commi 7.3.1 e 7.3.2: “Assicurare che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno debba subire pressioni politiche, sociali o di altro genere per sottoporsi a vaccinazione, se non lo desidera egli stesso… Assicurare che nessuno sia discriminato per non essersi fatto vaccinare temendo per la propria salute o semplicemente perché non lo desidera”.

A larghissima maggioranza è stato anche approvato l’emendamento 1, inserito al paragrafo 7.5.2, che recita testualmente: “utilizzare i certificati di vaccinazione solo per lo scopo designato di monitorare l’efficacia del vaccino, i potenziali effetti collaterali e gli eventi avversi”.

I Certificati di Vaccinazione non dovranno essere usati come ‘passaporti vaccinali’ (alle frontiere, agli scali aerei, o per l’accesso ai servizi). 

Per chi non credesse a queste righe che abbiamo pubblicato, ecco il link al sito ufficiale del Consiglio d’Europa:

https://pace.coe.int/en/files/28925/compendium

(*) Il Consiglio d’Europa è la principale organizzazione di difesa dei diritti umani del continente europeo. Include 47 Stati membri, tra cui i 27 membri dell’Unione Europea (UE) che adottò la medesima bandiera 30 anni più tardi. Il Consiglio d’Europa è quindi una istituzione distinta dall’UE, ad essa antecedente (fu fondato nel 1949) e più allargata, comprendente tutti gli stati che geograficamente e storicamente fanno parte dell’Europa (quindi anche Russia e 19 altri). Tutti i 47 Stati sono firmatari della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo, la cui applicazione fa capo alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

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Ci aspettavamo di vedere questa notizia riportata da ogni punto informatico, visto che ormai il virus è entrato nelle orecchie di tutti, e più volte al giorno. Silenzio, dal 27 gennaio, silenzio.

(?)

Lito

 

Germania: nostalgia del comunismo, ma non si deve sapere…

(Questo articolo che riproponiamo era stato pubblicato il 14 gennaio scorso)

Giovani tedeschi aprono la manifestazione con le camice azzurre dell’FDJ a Berlino il 3 ottobre 2019 

Il 3 ottobre 2019, giorno del 30° anniversario della riunificazione tedesca, sulla Karl-Marx-Allee, nel centro di Berlino (ovviamente ad Est), si sono riuniti per una marcia molti giovani e giovanissimi per protestare contro “l’annessione della DDR da parte della Germania Ovest”. Vestiti, suoni e canzoni erano esattamente quelli tipici della FDJ fino al 1989. Dimostrazione che la Deutsche Demokratische Republik, dopo tre decadi da quella notte del 9 novembre 1989 che decretò l’apertura del Muro di Berlino, è oggi più viva che mai. E quindi non solo tra gli anziani, come tutti tendono a credere pensando ai Paesi dell’Est, bensì tra i più giovani, quelli nati quando la Germania era già unificata.

In Germania in questi tempi si parla di OSTALGIE e il temine viene bandito dai media, ma viene di fatto utilizzato dai giovani che iniziano a capire la forza della comunicazione e la potenza della menzogna storica.

Anche adesso, migliaia di giovani comunisti e gruppi antifascisti sono scesi nelle strade di Berlino il 10 gennaio 2021, per commemorare il martirio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, ma sono stati repressi dalla polizia di Berlino. 15 manifestanti sono stati arrestati. La scusa attiene ai simboli delle bandiere della FDJ, dell’ex Repubblica Democratica, vietate nella “libera” Germania attuale. La dizione esatta era “Libera Gioventù Tedesca” ed era l’organizzazione giovanile del Partito di Unità Socialista di Germania al tempo della Repubblica Democratica Tedesca. L’organizzazione era composta da giovani, uomini e donne, di età compresa tra i 14 e i 25 anni, arrivando a raccogliere quasi il 75% dei giovani tedeschi orientali. Qui sotto uno dei video degli incidenti di tre giorni fa:

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Ostalgie di gioventù

Esiste una fotografia nella prima pagina di un giornale tedesco, che mi ritrae molto giovane, assieme a decine di altri ragazzi di varie nazionalità, davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino.

Era la posa plastica che fissava una delle sessioni d’invito ad una visita nella Germania orientale per studenti occidentali, decretata dalla Ostpolitik del Cancelliere dell’Ovest Willy Brandt. Lui prese il Premio Nobel per quella iniziativa che tentava la distensione e la normalizzazione dei rapporti tra le due entità statali tedesche; noi giovani ci guadagnammo un giro in DDR di conoscenza e di stupore. Ci fu mostrata soprattutto Berlino Est, Panketa, Neuenhagen e Ranhsdorf in una visita di tre giorni. Ritornai nuovamente in DDR alcuni anni dopo e più maturo ebbi l’opportunità di girarla tutta con alcuni amici tedeschi (dell’Ovest) e di salire a nord fino a Rostock. All’epoca non avevo un Passaporto italiano o europeo.

Sono tornato in quella città proprio un anno fa, a distanza di circa quarant’anni. Dopo queste mie esperienze tedesche posso dire che la comunicazione occidentale ha sempre fatto scempio della verità.

Ad esempio i monumenti, le chiese, le vestigia del passato “pre socialista” sono state conservate e curate con attenzione, nonostante le balle della propaganda anti-comunista. La testimonianza migliore è proprio l’orologio astronomico della Chiesa di Santa Maria a Rostock, che richiede da sempre una manutenzione settimanale per essere adeguato e funzionare perfettamente, dal 1641.

Ostalgie…la gente non era per nulla annichilita sotto un regime oppressivo e mi è sembrata più spaesata e insicura oggi. L’accoglienza che ricordavo calda e carica di curiosità ha lasciato ora il passo alla diffidenza per il non teutonico nei tratti somatici. Diciamo che è come descrivere la differenza tra l’andare a pranzo in un Faast Food o in una Trattoria Regionale italiana…

Certo i treni li ricordo ancora a vapore nelle visite di gioventù, le auto erano le Trabant e non le Mercedes, ma la serenità e la convivialità non erano triviali e scomposte come ho visto in seguito alle Octoberfest e appuntamenti simili. All’epoca era sentita la responsabilità storica del ruolo tedesco nel disastro da cui proprio loro erano usciti penalizzati e divisi. Cartelloni e richiami ai doveri sociali erano ovunque.

…ma che ve lo racconto a fare, si tratta di una sola voce contro un muro invalicabile di bugie…

Però chi è giovane oggi, ed è del posto, evidentemente ha sentito altre voci, dai nonni, dai genitori….e scende in strada con i simboli proibiti.

Lito