Germania: nostalgia del comunismo, ma non si deve sapere…

(Questo articolo che riproponiamo era stato pubblicato il 14 gennaio scorso)

Giovani tedeschi aprono la manifestazione con le camice azzurre dell’FDJ a Berlino il 3 ottobre 2019 

Il 3 ottobre 2019, giorno del 30° anniversario della riunificazione tedesca, sulla Karl-Marx-Allee, nel centro di Berlino (ovviamente ad Est), si sono riuniti per una marcia molti giovani e giovanissimi per protestare contro “l’annessione della DDR da parte della Germania Ovest”. Vestiti, suoni e canzoni erano esattamente quelli tipici della FDJ fino al 1989. Dimostrazione che la Deutsche Demokratische Republik, dopo tre decadi da quella notte del 9 novembre 1989 che decretò l’apertura del Muro di Berlino, è oggi più viva che mai. E quindi non solo tra gli anziani, come tutti tendono a credere pensando ai Paesi dell’Est, bensì tra i più giovani, quelli nati quando la Germania era già unificata.

In Germania in questi tempi si parla di OSTALGIE e il temine viene bandito dai media, ma viene di fatto utilizzato dai giovani che iniziano a capire la forza della comunicazione e la potenza della menzogna storica.

Anche adesso, migliaia di giovani comunisti e gruppi antifascisti sono scesi nelle strade di Berlino il 10 gennaio 2021, per commemorare il martirio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, ma sono stati repressi dalla polizia di Berlino. 15 manifestanti sono stati arrestati. La scusa attiene ai simboli delle bandiere della FDJ, dell’ex Repubblica Democratica, vietate nella “libera” Germania attuale. La dizione esatta era “Libera Gioventù Tedesca” ed era l’organizzazione giovanile del Partito di Unità Socialista di Germania al tempo della Repubblica Democratica Tedesca. L’organizzazione era composta da giovani, uomini e donne, di età compresa tra i 14 e i 25 anni, arrivando a raccogliere quasi il 75% dei giovani tedeschi orientali. Qui sotto uno dei video degli incidenti di tre giorni fa:

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Ostalgie di gioventù

Esiste una fotografia nella prima pagina di un giornale tedesco, che mi ritrae molto giovane, assieme a decine di altri ragazzi di varie nazionalità, davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino.

Era la posa plastica che fissava una delle sessioni d’invito ad una visita nella Germania orientale per studenti occidentali, decretata dalla Ostpolitik del Cancelliere dell’Ovest Willy Brandt. Lui prese il Premio Nobel per quella iniziativa che tentava la distensione e la normalizzazione dei rapporti tra le due entità statali tedesche; noi giovani ci guadagnammo un giro in DDR di conoscenza e di stupore. Ci fu mostrata soprattutto Berlino Est, Panketa, Neuenhagen e Ranhsdorf in una visita di tre giorni. Ritornai nuovamente in DDR alcuni anni dopo e più maturo ebbi l’opportunità di girarla tutta con alcuni amici tedeschi (dell’Ovest) e di salire a nord fino a Rostock. All’epoca non avevo un Passaporto italiano o europeo.

Sono tornato in quella città proprio un anno fa, a distanza di circa quarant’anni. Dopo queste mie esperienze tedesche posso dire che la comunicazione occidentale ha sempre fatto scempio della verità.

Ad esempio i monumenti, le chiese, le vestigia del passato “pre socialista” sono state conservate e curate con attenzione, nonostante le balle della propaganda anti-comunista. La testimonianza migliore è proprio l’orologio astronomico della Chiesa di Santa Maria a Rostock, che richiede da sempre una manutenzione settimanale per essere adeguato e funzionare perfettamente, dal 1641.

Ostalgie…la gente non era per nulla annichilita sotto un regime oppressivo e mi è sembrata più spaesata e insicura oggi. L’accoglienza che ricordavo calda e carica di curiosità ha lasciato ora il passo alla diffidenza per il non teutonico nei tratti somatici. Diciamo che è come descrivere la differenza tra l’andare a pranzo in un Faast Food o in una Trattoria Regionale italiana…

Certo i treni li ricordo ancora a vapore nelle visite di gioventù, le auto erano le Trabant e non le Mercedes, ma la serenità e la convivialità non erano triviali e scomposte come ho visto in seguito alle Octoberfest e appuntamenti simili. All’epoca era sentita la responsabilità storica del ruolo tedesco nel disastro da cui proprio loro erano usciti penalizzati e divisi. Cartelloni e richiami ai doveri sociali erano ovunque.

…ma che ve lo racconto a fare, si tratta di una sola voce contro un muro invalicabile di bugie…

Però chi è giovane oggi, ed è del posto, evidentemente ha sentito altre voci, dai nonni, dai genitori….e scende in strada con i simboli proibiti.

Lito