USA: frenesia controrivoluzionaria

di Ángel Guerra Cabrera

Gli ultimi attacchi economici e altri raccapriccianti affari degli Stati Uniti contro Venezuela e Cuba hanno un inequivocabile fetore elettorale. I 29 voti dello stato della Florida sono solitamente decisivi per vincere un’elezione serrata, come quella che sembra prendere forma e Trump cerca di conquistare, non importa come, il voto dell’estrema destra delle nutrite colonie venezuelana e cubana che vi risiedono.

Il fenomeno di agire senza la minima considerazione etica per ottenere voti è tradizionale nella politica statunitense, in particolare quando si avvicinano le elezioni presidenziali.
Ecco perché si parla tanto della sorpresa di ottobre, riferendosi generalmente a un’azione militare compiuta il mese precedente alle elezioni di novembre, volta ad unificare il Paese intorno al presidente e trasferirgli così un numero significativo di voti, espressi soprattutto per paura. La novità dell’amministrazione Trump è il grado di disperazione e, spesso, dilettantismo, con cui vengono condotte le azioni di caccia al voto, o in questo caso, tutte le sue azioni.

Al punto che a volte farebbero ridere se non sfociassero in crimini contro l’umanità, per di più nel mezzo di una pandemia, tanto l’asfissia economica come le azioni armate e terroristiche che le caratterizzano, qle ultime nel caso del Venezuela.
Cuba ha subito decenni di sanguinoso terrorismo da parte della CIA e delle organizzazioni controrivoluzionarie di facciata da essa create.
Andando più in profondità, quello che accade nel caso del magnate è che sia lui che la sua équipe più vicina sono un fedele riflesso della estremamente profonda e già irreversibile crisi morale, politica ed economica che stanno sperimentando il sistema imperialista degli Stati Uniti e le istituzioni che gestiscono la democrazia di quel paese.

Allo stesso tempo, esprimono la guerra civile in embrione tra importanti gruppi di potere economico e politico che si disputano oggi, non un’elezione, ma il controllo e la rotta definitiva della nave imperialista yankee nel momento più critico della sua storia. Difficile trovare una prova migliore della generalizzazione di questa crisi, che il decadente e volgare primo dibattito tra Trump e il suo rivale democratico, Joseph Biden.
Bisognerebbe aggiungere anche che sul comportamento del miliardario ha un’enorme influenza l’irrefrenabile e patologica ossessione di continuare alla Casa Bianca per altri quattro anni, non importa con quali mezzi, stesso obiettivo della sua cerchia ristretta, con la frenesia di restare al governo, sia per motivi d’affari sia per promuovere a lungo la propria agenda di estrema destra a livello locale e internazionale.

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Obsesión criminal

Cuba dallo spazio. Foto: NASremRe

di Rosa Miriam Elizalde*

“Obsesión criminal” è un noto film horror e la fase in cui è ferma l’amministrazione Trump riguardo a Cuba. (Il film, rinomato nelle americhe e in alcune nazioni europee, ebbe una trascurabile edizione italiana con il titolo di Exposure-ndt.). Il governo degli Stati Uniti ha nuovamente colpito il popolo cubano sanzionando la compagnia finanziaria e assicurativa American International Service (AIS), che esegue le rimesse nell’isola. Con queste carte di debito, i familiari degli emigranti e dei lavoratori che gestiscono piccole attività private possono effettuare pagamenti in negozi, distributori di benzina e altri esercizi del Paese, compresi i negozi in valuta liberamente convertibile che hanno iniziato ad operare a luglio.

La decisione di lunedì 28 settembre arriva meno di una settimana dopo altre sanzioni unilaterali contro il turismo e il commercio a Cuba, che impediscono agli americani di visitare hotel e alcune case private. E nemmeno possono introdurre rum o sigari cubani negli Stati Uniti, dopo una nuova raffica di misure iniziate nell’estate del 2017 e che ha indurito il vecchio blocco commerciale e finanziario contro l’isola a limiti irrespirabili. Nel mezzo della pandemia, sono perseguitati con uguale accanomento le navi che portano carburante alla nazione caraibica e il gringo che fuma un Partagás o si beve un sorso di Havana Club.

Le rimesse a Cuba da altri paesi possono arrivare solo tramite bonifico bancario, dopo che Washington ha vietato anche le spedizioni Western Union a Cuba, eccetto dagli Stati Uniti, con restrizioni di 11 dollari al giorno. Non ci sono molte banche al mondo che osano trasferire denaro. Anche qualunque azienda straniera che utilizza il sistema finanziario statunitense potrebbe violare le sanzioni del Dipartimento del Tesoro e pochi vogliono rischiare multe di milioni di dollari imposte da Washington. Il Segretario di Stato Mike Pompeo, praticamente suggerisce l’invio di rimesse tramite persone che si recano sull’isola, come unica possibilità di far arrivare del denaro. Cinicamente non menziona che l’aviazione civile sta operando ai livelli minimi a causa dell’epidemia e che la Casa Bianca ha limitato i viaggi aerei e marittimi tra i due paesi.

Perché tutto questo? Cuba rappresenta un pericolo così chiaro e imminente come dicono Trump e Pompeo? A che punto del percorso la guerra per la rielezione ha deviato verso La Habana? Secondo un editoriale del New York Daily News, “la verità è che Trump ha smantellato il disgelo nei rapporti con Cuba perché l’ultimo presidente, che lui odia con ogni fibra del suo essere, lo ha iniziato. È guidato dalla meschinità e dalla convenienza, non dai principi”.
Questo è una parte della verità. L’altra bisognerebbe cercarla nel corteggiamento dei settori più indemoniati della comunità cubana e venezuelana in Florida, e nell’uso e abuso dello spettro del socialismo per colpire Joe Biden da una logica binaria, se non sei con Trump, sei, castrista, comunista, democratico o tutto questo insieme.

Proprio i segnali di fobia anticubana che, fino a poco tempo fa, erano concepiti come radicati nella puzzolente capitale culturale dell’estrema destra, cioè, il fondamentalismo anticomunista con la sua propensione al terrorismo, sono ora atteggiamenti assunti con orgoglio dalle forze politiche conservatrici nel frastuono di una sporca campagna elettorale. La retorica della Guerra Fredda è moneta comune, sia per il Presidente che per una legione di ciarlatani nei social network, nati a Cuba, a cui non importa – e lo ripetono quotidianamente – che uccidano i loro parenti con la fame o con un Intervento militare.

Quindi, la narrazione dell’esclusione, delle menzogne e dell’odio verso Cuba, che a Miami sembrava essere il residuo di vecchi nostalgici della Calle 8, è diventata un elemento patrimoniale di giornali, stazioni radio e televisioni locali, oltre a quasi tutto ciò che si muove nei social network.
Il buon senso di chi subisce l’escalation delle sanzioni così come dei loro parenti nell’isola, è invisibile nell’ecosistema mediatico degli Stati Uniti, che normalizza l’odio distillato in Florida, al punto che il Partito Democratico usa lo stereotipo della “dittatura cubana” per parlare alle proprie basi, perché percepisce che questo “discorso” funziona anche tra gli emigrati cubani che disprezzano Trump.
È mai successo qualcosa di simile nella storia? Che una diaspora migratoria diventi un’ossessione causando sofferenza e dolore ai loro familiari, ai loro amici e al loro popolo, con il sostegno del nemico più grande che ha il loro Paese?”, si chiede l’avvocato cubano, esperto di immigrazione, José Pertierra.

“Di quelli di Miami che sostengono queste misure, possiamo dire che sono odiatori professionali del loro stesso popolo? Della loro stessa famiglia? Dei loro vicini? Amano il presidente più disprezzato nella storia degli Stati Uniti. Un razzista, classista e xenofobo. Uno con cui non sarebbe mai venuto loro in mente di condividere qualcosa a Hialeah [comune degli Stati Uniti nella contea di Miami-ndt], se non per interesse elettorale. Come possono odiare il paese che li ha visti nascere? Capisco che potrebbero non essere d’accordo con la Rivoluzione, ma odiare il popolo cubano? Questo non lo capisco. Le persone che soffrono di più sono i cubani comuni”, aggiunge Pertierra, il cui studio legale è a Washington DC.
Non è solo che si vuole tornare indietro sulle misure di Obama, che ha lasciato intatta la spina dorsale del blocco. L’amarezza, la miseria morale e la povertà culturale si combinano per dare origine a una feroce intolleranza. Anche se Biden vincesse, dovrà affrontare le conseguenze di questa ossessione criminale.

Traduzione di Mac2

*Rosa Miriam Elizalde, la più nota giornalista cubana, co-fondatrice del portale CUBADEBATE, il sito informativo dell’Isola più visitato al mondo. Scrive anche per numerosi altri mezzi d’informazione a Cuba e nei paesi latinoamericani

(Pubblicato originariamente su La Jornada – Messico)

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Noam Chomsky: internazionalismo o estinzione

Discorso di apertura del membro del Consiglio della IP Noam Chomsky al vertice inaugurale del Progressive International (Internazionale Progressista), 20 settembre 2020

Per quanto riguarda le maggiori crisi che affrontiamo in questo momento storico, tutte sono internazionali, e due internazionali si stanno formando per affrontarle. Una inizia oggi: l’Internazionale Progressista. L’altra ha preso forma sotto la guida della Casa Bianca di Trump, un’Internazionale Reazionaria composta dagli Stati più reazionari del mondo

Ci riuniamo in un momento straordinario, un momento che è, di fatto, unico nella storia dell’umanità, un momento tanto di malaugurio e presagio come anche luminoso di speranze per un futuro migliore. L’Internazionale Progressista ha un ruolo cruciale da svolgere nel determinare che direzione prenderà la storia.
Ci riuniamo in un momento di confluenza di crisi di straordinaria gravità, con il destino dell’esperimento umano letteralmente a rischio. Nelle prossime settimane i problemi arriveranno a un punto critico nelle due maggiori potenze imperiali dell’era moderna.
La decadente Gran Bretagna, avendo dichiarato pubblicamente di rifiutare il diritto internazionale, è sull’orlo di una forte rottura con l’Europa, in procinto di diventare un satellite americano ancora più di quanto non lo sia già. Ma, ovviamente, la cosa più importante per il futuro è ciò che accade nell’egemonia globale, attenuata dalla palla demolitrice di Trump, ma comunque con una travolgente potenza e incomparabili vantaggi. Il suo destino, e con esso il destino del mondo, potrebbe essere determinato a novembre.
Non sorprende che il resto del mondo sia preoccupato, se non inorridito. Sarebbe difficile trovare un commentatore più sobrio e rispettato di Martin Wolf del Financial Times di Londra. Scrive che l’Occidente sta affrontando una grave crisi, e se Trump viene rieletto, “questo sarà terminale [la fine]”. Parole forti, e non si riferisce nemmeno alle grandi crisi che l’umanità sta affrontando.
Wolf si riferisce all’ordine globale, una questione critica, sebbene non sulla scala delle crisi che minacciano con conseguenze molto più gravi, le crisi che fanno girare le lancette del famoso Orologio dell’Apocalisse verso mezzanotte-verso l’estinzione.

Il concetto di “terminale” di Wolf non è nuovo nel discorso pubblico. Abbiamo vissuto nella sua ombra per 75 anni, da quando abbiamo appreso, in un giorno indimenticabile di agosto, che l’intelligenza umana aveva creato i mezzi che presto avrebbero prodotto la capacità di una distruzione terminale. È stato travolgente, ma c’era di più. All’epoca non si è capito che l’umanità stava entrando in una nuova epoca geologica, l’Antropocene, in cui le attività umane stanno spogliando l’ambiente in modo tale che ora si avvicina anche alla distruzione terminale.
Le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse sono state impostate poco dopo che le bombe atomiche sono state usate in un parossismo di inutile carneficina. Le lancette hanno oscillato da allora, con l’evolversi delle circostanze globali. Ogni anno in cui Trump è stato in carica, le lancette si sono avvicinate a mezzanotte. Due anni fa si sono avvicinate più che mai. Lo scorso gennaio, gli analisti hanno abbandonato i minuti e sono passati ai secondi: 100 secondi a mezzanotte. Hanno citato le stesse crisi di prima: le crescenti minacce della guerra nucleare e di catastrofe ambientale e il deterioramento della democrazia.

Quest’ultima potrebbe sembrare fuori contesto a prima vista, ma non lo è. Il deterioramento della democrazia è un membro che si inserisce in questo cupo trio. L’unica speranza di sfuggire alle due minacce di estinzione è una democrazia vibrante nella quale cittadini preoccupati e informati partecipino pienamente alla deliberazione, alla formazione delle politiche e all’azione diretta.
Questo è stato nello scorso gennaio. Da allora, il presidente Trump ha amplificato tutte e tre le minacce, un risultato non insignificante. Ha continuato la sua demolizione del regime di controllo degli armamenti che ha offerto una certa protezione contro la minaccia di una guerra nucleare, perseguendo nel contempo lo sviluppo di nuove armi ancora più letali, con grande gioia dell’industria militare. Nel suo impegno dedicato alla distruzione dell’ambiente che sostiene la vita, Trump ha aperto vaste nuove aree per le trivellazioni, compresa l’ultima grande riserva naturale. Nel frattempo, i suoi tirapiedi stanno sistematicamente smantellando il sistema normativo che in qualche modo mitiga l’impatto distruttivo dell’uso di combustibili fossili e che protegge la popolazione da sostanze chimiche tossiche e dall’inquinamento, una maledizione che ora è doppiamente mortale durante una grave epidemia respiratoria.

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Religione a Cuba: il circolo delle denunce sovvenzionate

Da Cubainformación proponiamo il video della “bufala” statunitense sulla mancanza di libertà religiosa a Cuba, e sotto riportiamo la specifica da La Pupilla Insomne, descritta in italiano:

di José Manzaneda*

“Rapporto internazionale denuncia il regime cubano per aver violato la libertà religiosa”, leggiamo (1). Un “rapporto internazionale” poco “internazionale”, perché scritto dalla “Commissione Usa per la libertà religiosa”, cioè dal governo di Donald Trump (2). E cosa raccoglie? Testimonianze di presunti “pastori” e membri di sette cubane sovvenzionate, a loro volta, con fondi delle agenzie federali degli Stati Uniti. Il solito circolo di costruzione di menzogne che, in seguito, serviranno per giustificare le sanzioni di Washington.
Il Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti, che raggruppa 38 chiese con 40 milioni di fedeli, ha definito il suddetto rapporto “un atroce errore di giudizio”, che include Cuba in una presunta “Lista Speciale di Vigilanza” dei paesi che violano la libertà religiosa (3).
In un comunicato congiunto, il Consiglio delle Chiese negli Stati Uniti e il suo omologo a Cuba, composto da 50 chiese cristiane di diverse tendenze, hanno negato la mancanza di libertà religiosa e di culto sull’isola (4). Hanno anche chiesto, inoltre, che si ponga fine al blocco economico subito da Cuba e hanno riconosciuto come esemplare la sua solidarietà medica internazionale.
Altri leader religiosi hanno manifestato la loro indignazione per il rapporto. L’ex vicepresidente del Consiglio delle Chiese del Sudafrica, Michael Lapsley, ha sottolineato che la libertà religiosa a Cuba è garantita in “cinque diversi articoli della sua Costituzione” (5). E ha ricordato che, negli ultimi due anni, la Commissione Biblica di Cuba ha ricevuto e distribuito quasi 900mila Bibbie. Provenienti da vari paesi, tranne che dagli Stati Uniti, proprio a causa della Legge Helms-Burton.
Come la “libertà di stampa”, il “libero orientamento sessuale” o la “libertà sindacale”, la “libertà religiosa” è uno dei tanti fronti di attacco nella guerra psicologica e mediatica del governo degli Stati Uniti contro Cuba. Alla quale guerra assegna fondi milionari (6). A giugno, Donald Trump ha annunciato altri 50 milioni per i gruppi religiosi che denunciano governi come la Habana , tutti – guarda caso – contrari alla politica di Washington (7).
Niente di nuovo: la Casa Bianca destina, ogni anno, tramite la USAID e la NED, almeno 20 milioni a programmi di ingerenza a Cuba (8). Gli uni canalizzano fondi per la raccolta di presunte denunce di “persecuzione religiosa”; gli altri, a supportare siti web e mezzi di comunicazione che, successivamente, le diffonderanno (9). Trasformando un detenuto che aveva immagazzinato materiale rubato in un “meccanico religioso” vittima della “crudeltà delle autorità” (10); presentando l’arresto del capo di una setta che ha violato la quarantena dei servizi religiosi durante la pandemia in un atto di “intimidazione” a un pacifico pastore cristiano (11); o trasformando la negativa di una scuola ad indossare, in classe, cappelli religiosi in “vessazioni del regime contro una famiglia ebrea” (12).
In sostanza, tutta una grande farsa costruita con molto, molto denaro. Un’altra in più nella storia infame della Controrivoluzione cubana al servizio del governo degli Stati Uniti.

  1. https://www.radiotelevisionmarti.com/a/informe-internacional-denuncia-al-r%C3%A9gimen-cubano-por-violar-la-libertad-religiosa/264135.html
  2. https://www.uscirf.gov/sites/default/files/USCIRF%20Description%20January%202016_Spanish.pdf
  3. http://www.cmhw.cu/en/international/27858-us-council-of-churches-recognizes-religion-freedom-in-cuba
  4. http://www.cubadebate.cu/noticias/2020/03/28/declaracion-conjunta-del-consejo-nacional-de-iglesias-de-cristo-en-eeuu-y-el-consejo-de-iglesias- de-cuba / #. X1IuR4vtbcs
  5. https://www.prensa-latina.cu/index.php?o=rn&id=383930&SEO=religioso-sudafricano-resalta-libertad-de-credo-en-cuba
  6. http://razonesdecuba.cu/los-programas-subversivos-de-la-usaid-y-la-ned-contra-cuba/
  7. https://diariodecuba.com/derechos-humanos/1591200306_22745.html
  8. http://www.cubadebate.cu/noticias/2019/06/18/el-gasto-en-subversion-para-cuba-bajo-trump-mas-de-22-millones-de-dolares/#.X1Ic4ovtbcs
  9. http://cubamoneyproject.com/cuba-spending-2017-2019/
  10. https://diariodecuba.com/derechos-humanos/1598987946_24727.html
  11. https://olire.org/es/en-cuba-se-intensifica-acoso-a-cristianos-durante-pandemia/
  12. https://www.radiotelevisionmarti.com/a/abogado-pide-al-r%C3%A9gimen-cubano-que-cese-acoso-contra-familia-jud%C3%ADa/258333.html

*José Manzaneda è un giornalista basco, coordinatore del portale Cubainformación (https://www.cubainformacion.tv/portada)

Traduzione di Mac2

Fonte: La Pupila Insomne – Cuba

https://lapupilainsomne.wordpress.com/

Registrata formalmente la candidatura al Premio Nobel per la Pace della Brigata Henry Reeve

ULTIMA ORA!

Il Consiglio Mondiale per la Pace ha registrato formalmente la candidatura dopo aver evidenziato le grandi sfide del Covid-19 e il ruolo essenziale della solidarietà internazionale

Il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha messo in evidenza questo sabato la registrazione formale del Contingente medico cubano Henry Reeve come candidato al premio Nobel per la pace, riferisce Prensa Latina.
“Medici e non bombe” sono state le parole di Fidel con cui, da Twitter, il Presidente cubano ha ricordato il comportamento internazionalista della Brigata e del Paese.
Il Consiglio Mondiale per la Pace ha registrato formalmente la candidatura dopo aver sottolineato le grandi sfide del Covid-19 e il ruolo essenziale della solidarietà internazionale di fronte a questa emergenza.
Una rappresentanza di dozzine di comitati nazionali per la pace in circa 100 paesi hanno firmato la lettera di richiesta inviata al Comitato norvegese per il Nobel.
La Brigata Henry Reeve è stata creata il 19 settembre 2005 in risposta ai danni causati dall’uragano Katrina a New Orleans, negli Stati Uniti, con un gruppo iniziale di oltre 12mila professionisti cubani della salute che si sono mostrati disponibili ad appoggiare la ripresa, tuttavia, il governo degli Stati Uniti ha rifiutato di ricevere l’aiuto.
Secondo i dati ufficiali, Cuba ha inviato finora più di 3.700 collaboratori, raggruppati in 46 brigate, in 39 paesi e territori colpiti dal Covid-19.

Traduzione di Mac2

Fonte: Joventud Rebelde – Cuba

http://www.juventudrebelde.cu/

Cuba: le Brigate Henry Reeve e 15 anni di solidarietà umana

A pochi giorni dal 19 settembre, quindicesimo delle Brigate Henry Reeve

“Noi dimostreremo che c’è una risposta a molte delle tragedie del pianeta. Noi dimostriamo che l’essere umano può e deve essere migliore. Noi dimostriamo il valore della coscienza e dell’etica. Noi offriamo vite”.
Discorso pronunciato dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz nell’atto di costituzione del Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Catastrofi e Gravi Epidemie “Henry Reeve” e delle lauree nazionali di studenti di medicina, nella Ciudad Deportiva (Città dello Sport), il 19 settembre, 2005
Il Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Catastrofi e Gravi Epidemie “Henry Reeve” celebra oggi, 19 settembre 2020, il suo 15° Anniversario, nel mezzo di una pandemia globale, un contesto in cui ha fornito un grande supporto per la lotta contro il COVID-19 nei paesi di tutti i continenti.
Il Contingente è stato istituito il 19 settembre 2005 dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, in risposta ai danni causati dall’uragano Katrina alla città di New Orleans negli Stati Uniti, che ha causato circa 1.336 morti e perdite valutate circa 75 miliardi di dollari.
Fu chiamato “Henry Reeve” in omaggio al giovane statunitense, originario di Brooklyn, New York, che si unì come soldato di linea a un distaccamento di patrioti cubani per incorporarsi nella guerra di indipendenza contro il dominio coloniale della Spagna. Nella storia di Cuba, il suo esempio è stato un paradigma di aiuto di solidarietà internazionale.
La sua missione è fornire assistenza umanitaria-medico-sanitaria a popolazioni vittime di catastrofi naturali ed epidemie in altri Paesi, e aiutarne la guarigione. I suoi membri si mobilitano immediatamente tra le 24 e le 48 ore, a seconda del tipo di evento sanitario avverso. La maggior parte dei suoi membri ha esperienza in missioni sanitarie internazionali e la partecipazione è totalmente volontaria.
Il contingente predica come principi fondamentali delle sue azioni: la solidarietà, l’umanità, la difesa e l’esercizio del diritto umano alla salute così come la promozione del diritto umano alla pace.
La prima emergenza che il Contingente ha affrontato, pochi giorni dopo la sua creazione, è stata in Guatemala, per assistere la popolazione colpita dalle inondazioni avvenute nell’ottobre 2005. Un totale di 688 operatori sanitari hanno assistito oltre 477.000 persone e ha salvato la vita a più di 1.300 persone.

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La Corte d’Appello del Regno Unito decide sull’oro del Venezuela

Campagna internazionale per la restituzione dell’oro di Stato al Venezuela

A partire da oggi (22 settembre), la Corte d’Appello britannica esamina il ricorso del governo del Venezuela contro la Banca d’Inghilterra per il suo rifiuto di consegnarle le riserve auree depositate nei suoi caveau.
Il 2 luglio scorso (Ne abbiamo riferito qui), la giustizia britannica se si era pronunciata contro la Banca Centrale del Venezuela (BCV), stabilendo che le 30 tonnellate d’oro, il cui valore supera i miliardo e 200mila dollari, dovessero essere consegnate alla giunta nominata dall’autoproclamato presidente del Venezuela, Juan Guaidó
Secondo il giudice del tribunale commerciale in cui allora è stato trattato il caso, Guaidó è stato riconosciuto “inequivocabilmente” come legittimo presidente del Venezuela nel 2019 dall’allora Cancelliere del Regno Unito, Jeremy Hunt.

Gli avvocati della BCV sostengono, tuttavia, che Londra non ha mai interrotto le relazioni diplomatiche con il governo del presidente costituzionale del Venezuela, Nicolás Maduro, e che entrambi i governi mantengono i loro ambasciatori a Londra e a Caracas, rispettivamente.
Uno dei punti chiave che si deciderà in questo appello è se la Banca d’Inghilterra deve accettare le istruzioni sul destino dell’oro dall’attuale presidente della BCV, eletto secondo la legge venezuelana, o da un presidente virtuale nominato da Guaidó, e che nemmeno vive nel paese sudamericano, hanno spiegato gli avvocati che rappresentano la BCV.

L’avvocato principale della banca, Sarosh Zaiwalla, ha commentato, da parte sua, che il caso mette in gioco la percezione internazionale sul fatto che le istituzioni britanniche siano libere da ingerenze politiche, e la reputazione della Banca d’Inghilterra come custode delle ricchezze di altri paesi.
Zaiwalla ha anche ricordato che il principale interesse della banca venezuelana nel recuperare le sue riserve auree e quello di ottenere altri fondi per l’acquisto di attrezzature e medicinali essenziali per combattere la pandemia di Covid-19 nel Paese.
Il denaro ottenuto dalla vendita dell’oro sarebbe convogliato attraverso il Program delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, ha sottolineato.

Il processo di appello si svolgerà fino a giovedì (24 settembre) per dare il tempo a tutte le parti in causa di fare le loro dichiarazioni di presenza o mediante videoconferenza, ma non si conosce la data in cui i tre giudici del tribunale emetteranno il loro verdetto.

Traduzione di Mac2

Fonte: Prensa Latina – Cuba

https://www.prensa-latina.cu/

TINA MODOTTI E IL SUO TESTO SULL’ASSASSINIO DI JULIO ANTONIO MELLA

NUOVA LUCE SULL’ASSASSINIO DI JULIO ANTONIO MELLA ALLA VIGILIA DEL …

TERZO ANNIVERSARIO

Pubblichiamo un testo inedito (fino al 10 gennaio 2020) scritto da Tina Modotti all’inizio del 1932. Questo testo è stato inoltrato recentemente all’Ambasciata di Cuba in Italia, dalla ricercatrice tedesca Cristiane Barckhausen-Canale, nota esperta internazionale sulla vita di Tina Modotti.

L’assassinio di Julio Antonio Mella nelle strade della capitale del Messico il 10 gennaio 1929 è stato uno dei più clamorosi delitti politici commessi negli ultimi anni nel mondo. Senza dubbio tutti ricordano ancora i dettagli di quel crimine.
Mella è stato uno dei dirigenti più autorevoli del movimento rivoluzionario dell’America Latina. Cubano di nascita ha iniziato la sua attività nel movimento rivoluzionario organizzando gli studenti in gruppi di sinistra.
Grazie a lui, fu creata a Cuba un’Università Popolare per i lavoratori. Poco dopo capì che il suo miglior servizio per la causa rivoluzionaria sarebbe stato quello di dedicare tutto il suo sapere, tutte le sue capacità, alle lotte politiche ed economiche del proletariato.
È stato uno dei fondatori del Partito Comunista di Cuba e uno dei più prestigiosi dirigenti del movimento antimperialista latinoamericano.

Nel dicembre 1925, quando Machado, l’attuale dittatore sanguinoso e agente di Wall Street, era già al potere, Mella fu imprigionato e iniziò uno sciopero della fame di 21 giorni. Dal punto di vista dell’agitazione e come forma di protesta, questo sciopero della fame è stato uno dei più efficaci mai effettuati in qualsiasi paese. Man mano che passavano i giorni e le condizioni fisiche di Mella peggioravano, mettendo in pericolo la sua vita, regnò una terribile tensione non solo nella popolazione di Cuba, bensì in tutto il continente americano e anche in altri paesi. La pressione delle masse fu così grande che il presidente Machado si vide obbligato a cedere e a rilasciare Mella.

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INTERFERONE A CUBA: LA PROFEZIA SI AVVERA

L’Heberferon rappresenta uno sforzo colossale, che ha il grande pregio di contribuire a salvare vite e al benessere dei pazienti

di Orfilio Peláez 

L’Heberferon rappresenta uno sforzo colossale, che ha il grande pregio di contribuire a salvare vite e al benessere dei pazienti.
Quando il 1° luglio 1986, il Comandante in capo Fidel Castro inaugurò il Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (CIGB), disse che si aspettava di più dalle combinazioni di interferoni alfa e gamma, piuttosto che dall’uso individuale di quel prodotto, la cui prima produzione a Cuba fu raggiunta 39 anni fa, il 28 maggio 1981.

Quella previsione si è realizzata il 4 agosto 2016, con l’approvazione nel nostro paese dell’Heberferon, una nuova formulazione degli interferoni IFNs alfa e gamma per il trattamento del carcinoma basocellulare, il tumore della pelle più frequente.
Tenendo conto del fatto che entrambe le molecole si distinguono per le loro proprietà antivirali e immunomodulanti, i ricercatori del CIGB e gli esperti del Ministero della Salute Pubblica hanno preso in considerazione l’idea di inserire questo farmaco nel protocollo di lotta al covid-19, ha detto a Granma il Dr. Eulogio Pimentel Vázquez, direttore generale di quell’istituzione appartenente al gruppo aziendale BioCubaFarma.
Come ha precisato il dottore in Scienze Iraldo Bello, leader di questo progetto nella suddetta istituzione, l’attività biologica di entrambi gli interferoni uniti è superiore a quella individuale di ciascuno, il che potenzia i loro effetti terapeutici, cosa che era stata precedentemente dimostrata negli studi sviluppati nel CIGB.

Questo farmaco è stato applicato in oltre 3.000 pazienti cubani con carcinoma basocellulare, un tumore molto frequente nei pazienti anziani, in cui molti presentato malattie associate, come ipertensione, diabete e malattie cardiache.
L’esperienza accumulata mostra che il loro impiego è stato sicuro ed efficace. Oggi il paese ha una copertura nazionale per l’uso dell’Heberferon, comprese le cure primarie.
Nel caso particolare del Sars-cov-2, la decisione di utilizzare l’Heberferon è stata avallata anche da note pubblicazioni internazionali che, dall’anno 2000, hanno riportato prove che la combinazione alfa e gamma IFN poteva essere molto efficace contro i coronavirus.

Come riferisce il dott. Eulogio Pimentel, i primi risultati della valutazione dell’Heberferon hanno dimostrato che, somministrato per via sottocutanea due volte alla settimana, per 14 giorni in pazienti positivi, il virus si eliminava entro quattro giorni.
Questo promettente risultato è stato ottenuto nell’80% dei pazienti trattati nell’ambito dello studio clinico Esperanza. L’evoluzione clinica dei pazienti è stata molto favorevole, poiché nessuno è entrato in uno stato grave o critico.

Come ha sottolineato il dottore inScienze Iraldo Bello, oltre all’impatto registrato nell’eliminazione del virus, il prodotto aiuterà anche a ridurre la trasmissione.
Dato che sradica il virus così rapidamente, la commissione di esperti del Ministero della Salute Pubblica ha iniziato a usarlo in quei pazienti con persistenza virale prolungata, ottenendo il 100% di negativizzazione del virus con 2-4 amministrazioni dell’Heberferon.
Questo contributo scientifico è il risultato dello sforzo di un gran numero di medici e altro personale della Salute dell’ospedale militare centrale Luis Díaz Soto, insieme ai ricercatori del CIGB, uno sforzo colossale, che ha il grande pregio di contribuire a salvare vite e al benessere dei pazienti, ha sottolineato il dott. Pimentel.

Traduzione: mac²

Fonte: Granma – Cuba

http://www.granma.cu/cuba-covid-19/2020-06-10/interferon-en-cuba-profecia-hecha-realidad-10-06-2020-00-06-22

COVID – 19, SEGRETI CUBANI

Nella foto CIM / Granma: L’Itolizumab è una molecola che è stata sviluppata presso il Centro di Immunologia Molecolare (CIM) per il trattamento di linfomi e leucemie, e che viene impiegato nel trattamento del COVID-19

di Angel Guerra Cabrera*

Cuba ha diverse medicine uniche al mondo per la loro efficacia nella sopravvivenza di pazienti gravi e critici affetti da COVID-19. Mentre a livello internazionale si salva solo il 20% circa delle persone contagiate in queste categorie, a Cuba sopravvive circa l’80%.
Per quanto riguarda il tasso di mortalità rispetto al numero totale di contagiati, l’isola presenta il 4,2%, inferiore all’11,5 della Spagna, al 5,9 degli Stati Uniti e al 5,5 dell’Irlanda.

Con 82 morti fino ad oggi, quando sono già trascorsi diversi giorni senza decessi o al massimo uno al giorno, la mortalità per 100.000 abitanti è 0,72, tra le più basse. Fino al 27 maggio, solo cinque paesi dell’America Latina e dei Caraibi sono riusciti a guarire più del 50% dei loro contagiati accertati: Cuba, con il 78,4; Uruguay, 75,5; Messico, 66,7; Panama, 65,6 e Costa Rica, 64,3.

I farmaci con cui l’Isola combatte il COVID-19 esistevano prima dell’insorgenza della malattia, per il trattamento di patologie virali o di altro tipo come l’artrite e la psoriasi. Non sono stati progettati espressamente a questo scopo, ma possiedono qualità fondamentali per rinforzare il sistema immunitario, quella che si chiama immunità non specifica o innata, uno scudo contro l’ingresso nel sistema respiratorio del nuovo coronavirus.
Hanno anche altre proprietà che hanno permesso loro di evitare la morte della maggior parte dei pazienti cubani in condizioni grave o critico. Nel caso dell’Interferone (INF)alfa 2b umano ricombinante, di cui si è parlato precedentemente in questo spazio, ci sono nove paesi che lo usano, tra cui Cina e Spagna. Tuttavia, gli ospedali statunitensi non possono accedere a questo, o a qualsiasi altro rimedio cubano, a causa del blocco contro Cuba.

“Mi hanno chiamato medici disperati degli ospedali di New York per chiedermi come ottenere l’Interferone alfa 2B”, dice Helen Yaffe, accademica latinoamericanista dell’Università di Glasgow e autrice del libro We are Cuba. “Non sarà possibile”, aggiunge.
Ma oltre all’INF alpha 2b, Cuba dispone del CIGB 258, sviluppato dal Centro de Ingeniería Genética y Biotecnología, e dell’Itolizumab, sviluppato dal Centro de Inmunoensayo. Di entrambi, è stata presentata la richiesta al Centro Statale per il Controllo dei Medicinali, Attrezzature e Dispositivi Medici (Cecmed), per il loro uso in pazienti confermati con COVID-19 in stato grave e critico, che è stata approvata.

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