11 settembre 1973: la porta dell’inferno neoliberista

Riproponiamo un nostro breve articolo d’introduzione alla saga neoliberista dell’11 settembre. Veniva  pubblicato nel 2013, in occasione dei 40 anni dal golpe

Dalla copertina del bellissimo volume “Gli anni di Allende” di Rodrigo Elgueta e Carlos Reyes

E’ iniziato tutto allora. Stiamo parlando del terrore che si è abbattuto per anni sul sub continente americano. Stiamo parlando della prova sul campo del sistema neoliberista che, privatizzazione su privatizzazione, sacrifici su sacrifici, furto su furto, ci ha portato tramite l’epoca di Regan e della Tatcher alla crisi attuale.

Sembrava ai più una questione relegata al chiaro tentativo di non permettere il ripetersi di una nuova Cuba, e questo era effettivamente nelle intenzioni che ne hanno accelerato l’attuazione, ma il golpe cileno è stato il sistema rapido per imporre una dottrina nuova di governo senza consenso. Il teatro per le prove di destrutturazione della democrazia e per imporre il regime dell’economia dello shock.

Il preambolo alla violenza era già pronto da tempo in Paraguay, con rodaggio in Brasile, ma collegarlo alle dittature imposte a seguire a quella di Pinochet, è stato il modo per coniare il nascente Plan Condor, attribuito come paternità ideologica al Kissinger della prima era Nixon.

Poi il terrore in Cile e non solo; l’ Argentina su tutti con oltre 30.000 desaparecidos. Morti, torturati, scomparsi, esuli. Il terrore nazista aveva solo cambiato territorio dove agire. Lo scopo: allungare fino ai nostri giorni l’inizio dell’agonia del capitalismo, rendendolo selvaggio.

La nazionalizzazione del rame di Allende, Presidente democraticamente eletto, socialista marxista e a capo di una coalizione di sinistra, ha rappresentato troppo una similitudine con le pedate nelle terga ricevute dalle multinazionali a Cuba.

Sono trascorsi 40 anni (nel 2013…oggi 47). La speranza è che i giovani non si dimentichino di questa storia come di quella della Resistenza europea. La speranza è che capiscano che è un dovere riprendere in mano quelle pagine per studiarle. La speranza è che sorreggano la Resistenza di Cuba e il nuovo corso del sud America.

Lito