Venezuela: argini di difesa

 

 

 

 

 

Foto tratta da Bujat/Russia

Non è proprio vero del tutto che il Venezuela sarebbe attaccabile impunemente. Anche i vicini proconsoli del neoliberismo nordamericano, bellicosi e di nuova nomina, come Colombia e Brasile, forse devono tener conto delle mosse operate negli ultimi mesi dal presidente Maduro.

Gli accordi di acquisto di apparati militari e di coordinamento strategico per addestramento delle forze venezuelane fatte con la Russia, sono un segnale importante di attenzione all’integrità del paese sudamericano da parte del presidente Putin. Infine le esercitazioni con gli aerei strategici Tu-160, con capacità di trasporto di missili nucleari, sopra i cieli caraibici hanno ulteriormente segnato la non facile presa del Venezuela. Negli ultimi incontri con i dirigenti cinesi e russi, Maduro aveva firmato accordi per le commesse militari, ma anche per aprire alla cooperazione nello sfruttamento degli idrocarburi e degli grandi giacimenti auriferi, di cui il Venezuela si stima sia ora la maggior riserva mondiale.

L’appetito di quella che fino ad ora è stata la potenza egemone a livello globale, dovrà quindi fare i conti con altri attori emergenti interessati a quelle risorse.

Riportiamo dal sito russo Bujat le informazioni relative a questa ultima vicenda di collaborazione militare:

Il 10 dicembre 2018, i vertici militari del Venezuela, guidati dal Ministro della Difesa Vladimiro Padrino, partecipavano a una solenne riunione del gruppo aeronautico delle Forze Aerospaziali russe. 2 aerei lanciamissili strategici russi Tu-160 e un aereo da trasporto pesante militare An-124 “Ruslan” arrivavano in Venezuela. Lo riferiva il servizio stampa del Ministero della Difesa della Federazione russa. “Due vettori lanciamissili strategici Tu-160, un aereo da trasporto militare pesante An-124 e un velivolo a lungo raggio Il-62 (VCS) decollavano dagli aeroporti della Federazione Russa atterrando all’Aeroporto Internazionale di Macetiac della Repubblica Bolivariana del Venezuela”, dichiarava il Ministero della Difesa aggiungendo che il volo degli aeromobili avveniva sull’Oceano Atlantico, dal Mare di Barents e Mare di Norvegia al Mar dei Caraibi, in stretta conformità con le Regole internazionali sull’uso dello spazio aereo. “Durante il volo, i piloti della VKS percorsero più di 10000 chilometri”, dichiarava il ministero. Questo non è il primo volo del genere dei Tu-160 russi. In precedenza, questi vettori lanciamissili strategici visitarono il Venezuela nel settembre 2008 e nell’ottobre-novembre 2013.