Unione Europea: come farsi del male per far piacere a Zio Sam

Spingendo per un cambio di regime in Russia, il Parlamento Europeo ha rivelato quanto sia irrilevante e poco affidabile per il futuro dell’Europa

di Glenn Diesen*

Un nuovo ed esplosivo report pubblicato da rappresentanti di alto livello della politica estera europea, che hanno richiesto un forte impegno per cambiare il governo russo, è la più chiara indicazione di come, sia il blocco che l’ordine politico europeo, siano ai ferri corti.

L’impressionante documento, che ha perfino esortato il Belgio a pubblicare il proprio canale propagandistico in lingua russa, presenta un miscuglio strano di aggressione, ipocrisia e linguaggio non diplomatico. Il comportamento da giocatore poco affidabile dimostra quanto velocemente l’UE stia correndo verso una totale irrilevanza.

INGERENZE DA LONTANO

All’inizio di questo mese la Commissione di Affari Esteri del Parlamento Europeo ha rilasciato un documento, che inizialmente appare essere una parodia della ridicola era “Russiagate” che stiamo vivendo. Tuttavia, tristemente, lo scherzo è su Bruxelles.

L’UE si applaude da sola per aver apparentemente “scoraggiato il regime del Cremlino” in Ucraina, e proclama che si dovrebbe spostare la battaglia in Russia, “per contenere la guerra del Presidente Putin contro il popolo russo”.

Come possono dei funzionari non eletti a Bruxelles e Strasburgo liberare il popolo russo dalle grinfie del loro stesso governo, ci si potrebbe chiedere? Beh, gli viene consigliato di imporre allo stato un governo esterno, pretendendo “una condizionalità nelle sue relazioni con la Russia, includendo in qualsiasi dialogo o accordo con essa delle misure mirate per proteggere i diritti umani e tenere elezioni libere.” In sintesi, fate quello che diciamo o potreste pentirvene.

Questo implica che l’autorità morale dell’UE, dipinta come il collegamento indissolubile ai valori liberal democratici, le concede il diritto di avere un’influenza politica quasi illimitata sulla Russia. Tuttavia, ovviamente, non esiste alcun dubbio se a Mosca dovesse mai essere permessa un’influenza oltre i suoi confini. Questa ineguaglianza, infatti, è radicata nel documento, con la sua insistenza nell’eliminazione delle influenze ibride russe da parte del Belgio, per poi danneggiare l’affidabilità dell’energia russa.

Il documento sostiene l’istituzione di “tribunali UE” per continuare con “l’investigazione sui crimini commessi dal regime del Presidente Putin contro il popolo russo”, il quale dovrebbe riportare notizie periodicamente a quella cosiddetta incarnazione della virtù morale che sarebbe il Parlamento Europeo.

Per ottemperare a questo, l’UE dovrebbe, in base a quello che dice il report, stabilire delle collaborazioni “con organizzazioni non governative europee come Bellingcat.” Poca importanza che il corpo investigativo sia un gruppo inglese invece che dell’Unione Europea.

Di maggiore importanza, sono trapelate delle notizie che espongono Bellingcat come un’operazione con fondi governativi con legami dubbi ad agenzie di intelligence, che spargono disinformazione contro gli avversari del blocco militare della NATO guidato dagli Stati Uniti.

Se questi investigatori presumibilmente imparziali dovessero trovare delle irregolarità nelle elezioni parlamentari russe del 2021, allora a rigor di logica l’UE dovrebbe negare al governo russo la sua legittimità; per specificare, “l’UE deve essere preparata a non riconoscere il Parlamento russo e a chiedere una sospensione delle organizzazioni internazionali dello Stato.” Questi sforzi di sovversione sono complementari con l’istituzione di un canale chiamato “Free Russia Television 24/7” per radunare il pubblico domestico contro il loro governo apparentemente illegittimo.

Con “prima la democrazia” come urlo di battaglia ideologico per mobilitare l’Occidente verso una nuova Guerra Fredda, viene consigliato all’UE di “istituire un’alleanza transatlantica per difendere la democrazia globalmente” e “fermare la Russia”. Questo richiederebbe, secondo gli autori, una revisione “del sostegno agli investimenti e progetti di cooperazione economica, cominciando con un blocco del progetto (gasdotto) Nord Stream 2.”

L’UE, aggiungono, dovrebbe anche appoggiare l’espulsione della Russia dal sistema di pagamento SWIFT per paralizzare il sistema bancario del paese.

Anche se questo potrebbe sembrare come coercizione economica contro il popolo russo, a loro viene presentato come uno spettacolo di solidarietà nei loro confronti, come se la gente a Mosca e San Pietroburgo stesse seduta ad aspettare l’UE per liberarli dal loro stesso governo.

L’ORDINE EUROPEO AL DECLINO

Alla sua nascita, l’UE abbracciò quella che poteva sembrare una dottrina positiva su come l’Europa dovrebbe essere strutturata. I suoi rampolli proclamarono l’intenzione di trascendere la politica del potere a somma zero, rafforzando la sicurezza e rendendo l’evoluzione della democrazia ed i diritti umani una priorità del bene comune.

Peraltro, i robusti standard liberal-democratici dell’UE erano, apparentemente, il motivo per cui la Russia non poteva fare parte della nuova Europa, come se qualsiasi altro paese nel continente fosse presumibilmente idoneo per l’adesione.

La domanda che viene naturale è: come può essere che venga organizzato l’ordine pan-europeo quando lo stato più grande in Europa viene escluso dalle sue istituzioni più importanti? Bruxelles è andato celermente a parare sul “governo esterno”, mentre ci si aspettava che la Russia seguisse il processo decisionale di istituzioni che non la rappresentano. Tutto questo è palesemente e fortemente antidemocratico, ma l’UE ha insistito che le sue politiche fondate su valori specifici ne fanno una “forza del bene”, la quale può rappresentare simultaneamente gli interessi del popolo russo.

Tuttavia, il ruolo elevato che hanno la democrazia e i diritti umani nelle politiche internazionali non ha scoraggiato la politica della forza. Questi valori sono invece diventati strumenti di politiche della forza. La democrazia liberale viene trattata come una norma egemonica e uno strumento per un “governo esterno”. Il ragionamento implica che L’UE e gli Stati Uniti possano interferire negli affari interni della Russia, ma che qualsiasi influenza nell’Occidente da parte della Russia sia illegittima. Come parte di questi valori liberal democratici, la legittimità non ha nulla a che vedere con la legalità, e “l’ordine basato sulle regole” fomentato dall’Occidente e su cui spesso insiste non ha nulla a che vedere con la legge internazionale.

Per la Russia è sempre stato inaccettabile essere trattata come un’entroterra indisciplinato che ha bisogno di essere civilizzato dall’Occidente. Mosca ha difatti preteso che le sovversioni e le  interferenze ai loro affari inerni si concludessero, ed esorta l’UE a tornare ad un sistema di “uguaglianza di sovranità”, che è il principio fondamentale dell’ordine pan-europeo, secondo gli Accordi di Helsinki.

Mosca sta lavorando per contrastare quello che vede come “governo esterno” nel suo territorio, chiudendo molte “organizzazioni non governative” con dei riconosciuti legami con governi esteri. La Russia ha anche diversificato la sua connettività economica, e ha stabilito una collaborazione strategica con la Cina per immunizzarsi contro le sanzioni occidentali per non aver accettato la “condizionalità” per la cooperazione economica.

VALE ANCORA LA PENA PARLARE?

Il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto precedentemente che lui e il suo governo vedono l’UE come un partner poco affidabile. Esiste, oltretutto, un sentimento crescente a Mosca che avvisa che i legami diplomatici con Bruxelles sono privi di significato e controproducenti, visto che Bruxelles è solo capace di comunicare tramite un linguaggio saturo di ultimatum e sanzioni. E’ difficile contestare questa conclusione dopo il capriccio più recente del Comitato per gli  Affari Esteri del Parlamento Europeo.

La mancanza di originalità di pensiero e strategia da parte del Parlamento Europeo sta facendo diventare Bruxelles sempre meno rilevante, considerando che né la Russia né nessun altro stato europeo cardine può prendere questa posizione “seriamente”.

Non possono nemmeno seppellire l’ascia di guerra o salvare il salvabile, finché non ne escono.

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*Glenn Diesen è professore universitario in Norvegia, esperto di storia e relazioni internazionali della Russia e dei paesi dell’Est Europa. Autore di molte pubblicazioni e di libri editi anche in Russia

Fonte: The Sacker – Islanda

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