I gestori dell’odio (…e della frustrazione) riuniti a Miami

Nell’inaugurazione del cosidetto Forum Democratico, Carlos Alberto Montaner ha applaudito «la cautela della politica di Biden su Cuba» e ha chiesto di «dare un ultimatum» al regime dell’Isola

Una riunione «democratica», alla quale ha partecipato e parlato, tra gli altri, qualcuno che ha lavorato per la CIA con qualche travestimento, ma sempre auspicando azioni contro Cuba e anche defenestrati presidenti di qualche paese latino americano e l’imprescindibile presenza, quando si stratta di cospirare contro i governi progressisti della regione, di Luis Amargo, segretario generale della OSA.

Lì, in quella Miami che li accoglie sempre c’erano i gestori dell’odio e della frustrazione.

Nell’ inaugurazione del chiamato Foro Democratico c’era Carlos Alberto Montaner, che «ha applaudito la cautela della politica di Biden su  Cuba» ed ha incitato a «dare un ultimatum» al regime dell’Isola.

Non sorprende nemmeno la posizione di Luis Almagro, un vero capo lo stesso che ha auspicato il colpo di Stato in Bolivia, nel 2019, contro il presidente Evo Morales.

Lenin Moreno, un altro invitato a cui mancano solo alcuni giorni per abbandonare la presidenza dell’Equador, con un record di zero accettazione Popolare, minore del 1%–, ha avvertito con una dose tra tradimento e frustrazione che«a volte è abbastanza difficile credere che il socialismo del XXI secolo ha potuto esistere».

Poi ha assicurato che «i servizi d’intelligenza dell’Ecuador hanno scoperto e informato il governo colombiano di Iván Duque, sull’intromissione del dittatore Nicolás Maduro in Colombia».

Si tratta di una storia al rovescio nella quale ora l’aggressore è il Venezuela.

Nell’inaugurazione dell’appuntamento, il presidente del Interamerican Institute for Democracy, Tomás Regalado, ha assicurato – altro scherzo-: «Dobbiamo dire che questo è l’incontro più serio a livello emisferico che è stato realizzato».

E per giustificare questa menzogna ha ampliato con un’altra: «Oggi ascolteremo le voci della verità, presidenti, leader eccezionali delle nostre comunità che diranno che la democrazia è l’unica opzione per ottenere la libertà».

Mauricio Macri, tristemente ricordato in Argentina per il suo avanzato spirito neoliberale che ha indebitato il paese per somme multi milionarie di dollari, ha dato consigli di «democrazia».

L’ex presidente della Colombia, Andrés Pastrana, ha identificato l eminacce per la democrazia in Colombia, con l’Accordo di Pace firmato dalle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e il governo di Juan Manuel Santos.

Non ha pronunciato neanche una parola sulla morte di almeno 30 persone  per l’attuale repressione della polizia e dei militari contro il popolo nelle strade di Cali e Bogotá, ordinata dall’attuale governante, Iván Duque.

Nel Forum è stata definita come una «falsità» la convocazione alle prossime elezioni  in Nicaragua; si è avvertito sul «pericolo» della democrazia in Messico e Argentina, e si è reclamata la scarcerazione dei detenuti in Bolivia, tra i quali la ex presidente di fatto, Jeanine Áñez.

E se mancava qualcosa, il cantante Yotuel Romero con il produttore Asiel Babastro, sono stati invitati anche a dire menzogne contro Cuba, tutti e due vincolati a disordinati ambienti anticubani a Miami e che ora sono usati – e pagati- perchè si pronuncino contro il paese che li ha visti nascere.

Fonte: Granma – Cuba

http://it.granma.cu