La cinica preoccupazione dell’Occidente per Myanmar

 

di Finian Cunningham*

La tre potenze occidentali nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno evidenziato la loro preoccupazione sulla violazione dei diritti umani in Myanmar. Ma la loro “preoccupazione” sembra avere come cinica motivazione quella di creare problemi alla Cina.

La scorsa settimana il Consiglio di Sicurezza ha rilasciato una dichiarazione di condanna per la violenza contro i civili da parte del regime militare birmano. Il paese asiatico sta vivendo dei disordini da quando l’esercito ha preso il potere dopo aver deposto il governo civile il 1 febbraio.

Più di 60 civili sono stati uccisi dai soldati che sparano sui manifestanti disarmati che chiedono il ritorno del governo eletto. Almeno 1.500 persone sono state arrestate, tra cui dei leader politici.

La Gran Bretagna, l’ex dominatore coloniale della Birmania (ora Myanmar), così come gli Stati Uniti e la Francia, hanno preteso che il Consiglio di Sicurezza condannasse la presa del potere da parte dell’esercito e la conseguente violenza contro i civili. La scorsa settimana, le potenze occidentali sono riuscite  a far firmare alla Cina una dichiarazione congiunta di condanna.

Precedentemente, la Cina era stata redarguita dalle potenze occidentali per essersi schierata con l’esercito birmano, a seguito del fatto che Pechino era stata accusata di aver dato copertura politica alla presa di potere.

La Cina ha investito miliardi di dollari per fare del Myanmar un nodo chiave della Nuova Via della Seta per il commercio mondiale. Nel paese transitano un gasdotto e un oleodotto costruiti dalla Cina, che si estendono per 800 chilometri dall’Oceano Indiano alla Cina continentale. Sono in corso anche ambiziosi progetti per il trasporto ferroviario e per porti in acque profonde.

Pechino ha buone relazioni con il governo civile birmano, in carica dal 2011, quando la giunta militare ha ceduto il potere e ha concesso le elezioni. Molti dei suoi ambiziosi progetti sono stati negoziati con i politici eletti. E’ corretto affermare che la Cina non sia felice del benservito dato dall’esercito al governo. L’insicurezza del paese sta potenzialmente mettendo a rischio miliardi di dollari in investimenti e infrastrutture cruciali per l’approvvigionamento di energia e per il commercio internazionale della Cina.

Questo è il motivo per cui le potenze occidentali stanno assaporando la spiacevole posizione della Cina in Myanmar.

La reticenza di Pechino nell’unirsi subito alla condanna è stata evidenziata dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. Questa cattiva pubblicità è servita a mobilitare i manifestanti birmani e prendere di mira la Cina con la loro rabbia. Secondo quanto riferito dalla Reuters, ci sono delle minacce di sabotaggio delle condotte energetiche e di altri interessi economici cinesi.

Indubbiamente, è così che la Cina è stata messa sotto pressione per firmare una dichiarazione congiunta di condanna da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Barbara Woodward, l’ambasciatore britannico presso l’ONU, ha affermato che in futuro saranno redatte dichiarazioni più incisive a cui ci si aspetta che la Cina (e la Russia) diano il loro sostegno.

Questa è la cinica politica di condanna. Le potenze occidentali percepiscono che la Cina ha le spalle al muro in Myanmar, a causa dei suoi strategici interessi economici. Se la Cina non fa dichiarazione di condanna, allora la rabbia dei manifestanti birmani può essere diretta a distruggere le infrastrutture. A quanto pare, le potenze occidentali stanno acquisendo una posizione sempre più salda.

L’amministrazione Biden ha chiarito abbondantemente che sta intensificando la rivalità geopolitica con la Cina, anche maggiore rispetto alla precedente amministrazione Trump. Washington vuole mettere un freno all’ascesa della Cina come potenza globale. Prendendo di mira il Myanmar, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali pensano di poter danneggiare un nodo chiave della Nuova Via della Seta cinese per la sua redditizia espansione del commercio e dell’economia nel mondo.

La Gran Bretagna, che ha combattuto tre guerre coloniali in quella che una volta si chiamava Birmania, e per decenni ha brutalmente sfruttato la nazione asiatica, è la parte meno qualificata per essere “preoccupata” della democrazia e dei diritti umani in Myanmar.

Se le potenze occidentali hanno una preoccupazione genuina e di principio, perché non fanno dichiarazioni di condanna per le violazioni molto più allarmanti in altre parti del mondo?

La totale doppiezza delle potenze occidentali dimostra che la loro “preoccupazione” per il Myanmar è solo una cinica arma politica che stanno cercando di usare contro la Cina.

*Finian Cunningham è un ricercatore e giornalista irlandese che pubblica su diverse testate trattando temi geopolitici: RT, Strategic Culture, The Daily Reckoning, Mint Press.

Fonte: Strategic Culture Foundation – Russia

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