Incriminato per corruzione

Il procuratore generale del regime sionista, Avichai Mandelblit, “ha deciso di incriminare il premier Benjamin Netanyahu per accuse di corruzione, frode e abuso di fiducia”.

Lo ha annunciato il ministero della Giustizia. Il leader del Likud ha sempre respinto le accuse, dicendosi vittima di una “caccia alle streghe”. Il primo ministro avrebbe accettato donazioni da facoltosi uomini d’affari e dispensato favori per avere una stampa favorevole al suo operato“.

Il comunicato che riportiamo sopra, è diffuso in inglese dal media iraniano ParsToday. Questo è il link al sito: https://parstoday.com/en

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Una delle fasi della possibile svolta verso un nuovo destino della Palestina, di Israele e dell’intera stabilità in Medio Oriente si apre proprio dall’eventuale estromissione di Benjamin Netanyahu dagli incarichi politici. Questo lo sanno le forze che lo appoggiano, in Israele e fuori, e quelle che lo vogliono allontanare al più presto, sempre dentro che fuori. Le prossime, ennesime ma necessarie elezioni in Isralele, che avranno luogo all’inizio del 2020, molto probabilmente lo vedranno a questo punto escluso, perché ormai anche all’interno del partito Likud si fa strada la certezza del suo peso ingombrante in una campagna elettorale, vista la sua vulnerabilità grazie all’incriminazione ufficiale.

Noi avevamo anticipato i contenuti politici qui.

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