Lito – per AmiCuba Isola Ribelle
Per i fornitori ufficiali di libertà e democrazia al resto del mondo, per continuare a rapire o torturare, è sufficiente non farlo in casa, abbassando inoltre la soglia d’informazione. Infine, per interposta entità, strillano e stramazzano accusando altri di essere fuori dalla legalità in fatto di diritti umani.
L’esempio più recente è a Guantánamo, Cuba, campo di reclusione della base navale Delta.
Uscito di scena mischiandosi con la nebbia, l’ex presidente degli Stati Uniti George Bush, poteva solo sperare di passare inosservato al vaglio della storia. Il vero problema però per queste maschere che agiscono in nome del Potere, è che chi ha subito ingiustizia non se la dimentica.…e su indicazione di Bush il giovane, di ingiustizie nel mondo ne devono essere state commesse parecchie. Comunque lui, forse stanco del totale anonimato che meglio si addiceva ad un personaggio senza proprio spessore, ha deciso di mettere il naso fuori dal Texas e dalla Federazione che ha presieduto. E siamo nell’attualità. Il problema è nato quando è trapelata la notizia di un suo prossimo sbarco in Europa, con tappa in Svizzera. Qui, l’Organizzazione Mondiale contro la Tortura di Ginevra, ha chiesto alla magistratura elvetica di aprire un’inchiesta su di lui. Si, perché sembra che autorizzare la tortura, come ad Abu Graib o a Guantánamo, per citare solo i nomi arrivati sui giornali, non sia proprio una prassi accettata da tutti nel mondo. Va bene che una volta passata l’attualità sui media ci si deve dimenticare di tutto, va bene che gli statunitensi non risultano facilmente processabili neppure se scuoiano bambini e poi mettono ad essiccare le pelli al sole, ma qualcuno che di mestiere tiene a mente i nomi dei probabili criminali, continua ad esistere. Chi ha mai visto in prigione gli autori statunitensi, ben 22 condannati, del sequestro italiano di Abu Omar? Chi ha visto in prigione gli autori della strage del Cermis, quella dei piloti serie Top Gun che falciarono i cavi di una teleferica con seguito di vittime? Per citare solo due recenti esempi italiani…Ma sulle malefatte di Bush era ora che qualcuno iniziasse a impostare dei quesiti. Stando forse alla sua doppia presidenza ha accumulato più interrogativi da chiarire di tanti altri. Sta di fatto che in seguito a questa denuncia, poteva rischiare l’arresto una volta arrivato in Svizzera. Avremmo forse assistito ad un remake della vicenda londinese, dove il fascista e torturatore cileno Pinochet venne arrestato. Conclusione: viaggio e conferenze annullati rapidamente. Probabilmente quindi oltre oceano è stato valutato che esisteva un rischio concreto. Meglio tentare di inabissarsi di nuovo. Meglio non alzare polvere. Proprio in questi stessi giorni inoltre è morto, nel carcere di Guantánamo, l’afgano Awal Malin Gul di 48 anni. Era accusato di terrorismo ed era trattenuto senza che siano mai state portate prove contro di lui fin dal 2002. Non è il primo detenuto che muore nella galera a stelle e strisce cubana, è il settimo. Cinque si sono suicidati, ufficialmente, un sesto è morto sembrerebbe per un tumore e quest’ultimo, per un attacco di cuore. La faccenda di Bush che annulla il viaggio in Europa e la morte del settimo carcerato di Guantánamo hanno avuto poco rilievo sui mezzi d’informazione, così come poco si è detto della mancata attuazione della promessa elettorale dell’attuale inquilino nero, della Casa Bianca, sulla chiusura del carcere statunitense a Cuba. I difensori più attenti e sensibili dei diritti umani, non hanno ritenuto di fare battaglie per gli afgani “forse” terroristi, in galera da anni senza accusa, senza difesa, senza diritti. Esseri umani, pare, trattati come se le convenzioni internazionali fossero carta igienica. Le varie organizzazioni sempre attente al povero, singolo, dissidente nel posto giusto, non hanno diffuso la notizia dell’iniziativa dell’Organizzazione Mondiale contro la Tortura. Hanno chiuso gli occhi per anni su Guantánamo. Non parlano mai delle decine di giornalisti e sindacalisti fatti sparire o ammazzati ogni anno in paesi compiacenti con gli interessi imperiali. Nulla dicono di Posada Carriles, attualmente negli Stati Uniti , terrorista internazionale reo confesso di attentati in Salvador, a Cuba, in Venezuela, a Panama. Non fanno campagne contro le incredibili condanne ai Cinque cubani che si trovano nelle carceri statunitensi da dodici anni. Entità telecomandate.