Corsi di lingua spagnola con l’Associazione di Amicizia Italia-Cuba

Non a fine di lucro, ma per sostenere le iniziative di solidarietà con il popolo cubano, a Roma e a Milano l’Associazione di Amicizia Italia-Cuba organizza corsi per imparare la lingua spagnola.


I corsi sono organizzati con grande serietà e gli insegnanti hanno un’esperienza pluriennale.

-I CORSI INIZIANO AI PRIMI DI OTTOBRE-


I costi sono tra i più bassi in assoluto tra le offerte simili.


I corsi si avvalgono di interventi di integrazione con personaggi della cultura  di madrelingua spagnola e di sostegno con audiovisivi.

Informatevi a Roma:
Vicolo Scavolino, 61 –
tel: 339/8180878 (DOPO LE 18.00)
Informatevi a Milano:
Via P.Borsieri, 4 –
tel:02 680862 (DALLE 15 ALLE 18)

VENEZIA: SI EMOZIONA IL REGISTA SOLANAS CON IL DOCUMENTARIO DI MINÀ SU CUBA

Riportiamo qui la notizia ANSA relativa alla presentazione del documentario di Gianni Minà su Cuba al Festival di Venezia.

ROMA, 8 SET – Ha emozionato il maestro del cinema latinoamericano Fernando ‘Pino’ Solanas (regista di «Sur» e di «Tango, l’esilio di Gardel», ma anche uno dei primi ad usare il cinema come arma di denuncia civile) oggi al Festival di Venezia la proiezione della seconda parte del film documentario di Gianni Minà ‘Cuba nell’epoca di Obama’. Solanas si è detto «veramente emozionato» dalle testimonianze degli studenti cubani e latinoamericani, protagonisti di questa seconda parte del film. «È una risposta allo sguardo europeo – ha sottolineato – che sempre pretende di dire l’ultima su quello che succede nel nostro continente e particolarmente su Cuba. Un’abitudine che non è stata smentita nemmeno dalla recente crisi del modello neoliberale.» Ad emozionare il regista latinoamericano anche l’intervista finale con Alicia Alonso, il 91enne mito del balletto mondiale che forma ancora etoiles per il balletto classico di tutto il mondo e che nel film dichiara: «Noi cubani siamo in questo momento la stella che illumina l’America Latina». (ANSA).

Fin qui la notizia ANSA e ora un breve passo indietro per la presentazione del documentario.

Alle Giornate degli Autori della Mostra di Venezia il documentario itinerante “Cuba in the age of Obama”. Ritratto di un Paese che “con la sua vita spartana sta sopportando meglio la crisi”. E sullo sfondo il rapporto irrisolto con gli Usa. La Cuba della Rivoluzione cubana Gianni Minà l’ ha già descritta altre volte, come inviato e come regista. Ma Cuba in the age of Obama , il documentario presentato il 7 e l’8 settembre alla Mostra del cinema di Venezia, all’interno delle Giornate degli autori,  è stato un’ ulteriore omaggio all’Isola Grande dei Carabi. Un documentario che racconta nella forma del viaggio, un tour inedito dall’Avana a Guantanamo intervistando soprattutto i giovani: studenti di medicina, d’arte, di musica. “Per mostrare una realtà su cui l’informazione è carente e visto che nessuno racconta queste cose, le faccio io”.Qui sotto alcune dichiarazione di Minà in occasione della presentazione del suo lavoro.

”Mi piaceva tentare di capire dopo 50 anni come mai Cuba sia sopravvissuta, smentendo sempre tutti. E’ ancora lì, e soffre meno i fallimento dell’economia globale e neoliberale: questo perché è un paese che ha una vita spartana, c’è molta solidarietà tra le gente. Da piccolo esperto di Cuba e di America Latina, vedo come si sia sviluppata lì una coscienza collettiva e solidale: questo è il suo segreto. Noi giornalisti andiamo in un Paese, prendiamo un  taxi, parliamo col tassista e riteniamo di aver capito tutto. Ma anch’io, una traversata così dell’isola non l’avevo mai fatta. Mi ha colpito che è l’unico paese che, anche nelle zone interne, non solo nelle città, ha tutte le cose fondamentali per la sopravvivenza e per la vita: una casa col bagno, un’organizzazione educativa, una sanità che funziona benissimo. Cose che in America Latina non hanno tutti. Cuba ha organizzato  ponti aerei per operare agli occhi 500 mila persone che la fame aveva fatto ammalare: anche questo è un modo di fare diplomazia. Così come aver formato 10 mila medici di altri Paesi dell’area. Come tutte le persone democratiche, so che se non si otterrà da Obama, un cambio delle relazioni non lo vedremo per chissà quanto tempo, ecco perché si trova nel titolo del documentario. Per ora c’è poca roba: ha giusto aperto un pochino ai viaggi a Cuba, ma poi qualche giorno fa c’è stato un passo indietro: Cuba è stata inserita nell’elenco degli Stati canaglia, promotori del terrorismo. Oltre al danno una beffa: basta pensare che le vittime cubane di attentati organizzati in Florida, e messi in atto sull’isola, sono state tremila”.

Spacciatori di disinformazione

Le sonore cretinate qui sotto riportate, vengono dal sito IO AMO L’ITALIA – MAGDI CRISTIANO ALLAM e sono in rete senza modifiche di aggiornamento a tutto il 30 agosto 2011. Questo è il link: (http://www.ioamolitalia.com/2010/12/appello-del-medv-per-un-prigioniero-politico-cubano-oscar-elias-biscet/). Si riferiscono ad un appello per la liberazione di Óscar Elías Biscet ancora attivo nonostante il tomo sia a Miami da mesi, dopo essere uscito di prigione a Cuba il 13 marzo. Riportiamo qui solo la parte finale dell’appello e solo per dimostrare come funziona la ricerca di pietà tramite menzogna. L’appello è firmato da giornalisti del ”peso” di Giuliano Ferrara, Renato Farina (l’Agente Betulla dei Servizi Segreti, radiato dall’Ordine dei Giornalisti), Carlos Carralero (cubano, “rifugiato politico” di mestiere, in Italia dal 1995), Antonio Socci (il quale se si fa scorrere l’elenco, peraltro breve, si nota che l’appello lo firma ben due volte) e personaggi di “alto” profilo politico come il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni. La prima parte che non riportiamo racconta solo la lacrimevole disavventura del povero difensore di diritti civili, della sua vita, ecc. La seconda parte, è la sonora cretinata, quella relativa alla cattiveria dei tiranni comunisti ed è davvero singolare leggerla pensando che il soggetto non sia stato recluso nelle carceri statunitensi di Abu Ghraib o di Guantánamo bensì in quelle dello stato cubano. Insomma una lettura che serve a capire cosa viene scodellato sulla tavola  dell’informazione se il menù non te lo scegli da solo.

La base Delta di Guantánamo

“(Quelle cubane sono…) prigioni in cui, secondo le Nazioni Unite, avvengono: “Isolamenti in stanze fredde; perdita del controllo di tempo e spazio; immersione in pozzi neri; intimidazioni coi cani; simulazioni di esecuzioni; botte ai reclusi; lavori forzati; confinamento per anni in prigioni chiamate ‘cassetti’; uso di altoparlanti con rumori assordanti durante gli scioperi della fame; spersonalizzazione del detenuto mediante totale nudità in celle di castigo; soppressione di acqua ai prigionieri dichiarati in sciopero della fame; presentazione del recluso nudo davanti ai familiari per obbligarli ad accettare il piano di riabilitazione politica…”. Secondo Human rights first, Oscar Biscet soffre di “gastriti croniche e ipertensione”, e ciononostante è confinato in celle solitarie, talora sotterranee, o con “violenti criminali”. Inoltre è privato per lunghi periodi della possibilità di comunicare, di ricevere visite o medicazioni. La sua cella è senza finestre, senza bagno, umida, sporca, infestata dai vermi e senz’acqua. La sua salute è rovinata. Ha perso quasi tutti i denti, ma non il coraggio. Manda a dire ai suoi sostenitori: “La mia coscienza e il mio spirito stanno bene”. Biscet è forse, vista la lunghezza della sua pena, il massimo prigioniero di coscienza oggi al mondo. Lo chiamano anche il “negro olvidado” (il “negro dimenticato”). Noi, invece, vogliamo ricordarlo e chiederne la liberazione.”

Facciamo notare che il passaggio “ Isolamenti in stanze fredde” deve essere stato mutuato dai racconti di carcerazioni di altri paesi, perché Cuba si trova ai tropici. In conclusione riportiamo la foto del torturato nelle segrete del regime, il senza denti (!) al momento del suo arrivo negli Stati Uniti. Infatti, in base alla propria concezione di coerenza, prima dell’uscita di prigione sosteneva con vari messaggi che la sua vita futura si sarebbe svolta a Cuba, “per continuare la battaglia non violenta”. Specifichiamo che la frase “vista la lunghezza della pena” si riferisce ad una condanna effettiva a tre anni di carcere. Forse oltre a non sapere nulla di Abu Ghraib e della Base Delta di Guantánamo, nulla sanno neppure dei 5 cubani rinchiusi da tredici anni negli Stati Uniti, ingiustamente secondo una ampia schiera di giuristi nel mondo. Eppure si dimostrano aggiornatissimi, tanto che continuano a chiedere la libertà per uno che è già passato da tempo a ritirare la prebenda a Miami.

Biscet all’arrivo a Miami


Invitiamo alla lettura di un importante articolo d’attualità da Cubadebate

Cuba continuerà a mostrare la sua verità

di Deysi Francis Mexidor

(tradotto in italiano da www.cubadebate.cu del 2 settembre 2011)

Una nuova escalation di aggressioni del Governo degli Stati Uniti si sviluppa contro Cuba a partire da una campagna di stampa che pone l’accento su un presunto clima di violenza e di repressione all’interno del nostro paese.

Il momento non è casuale, si sceglie uno scenario particolarmente convulso in Europa e nel mondo arabo, a causa soprattutto degli sviluppi degli avvenimenti in Libia e in Siria.

L’attuale crociata generata dalla Florida intende generare nei media internazionali un’opinione per proiettare l’immagine distorta di un ipotetico aumento della repressione poliziesca a Cuba, e per questo si serve, come sempre, dei suoi storici salariati, come è stato dimostrato nella denuncia “Le ragioni di Cuba”.

Le presunte donne “represse” sono le autotitolate Damas de Blanco, la cui attuazione al servizio degli interessi di una potenza straniera è nota, come sono note le somme di denaro che ricevono da gruppi terroristici che sostengono i loro piani di provocazione.

Queste mercenarie dell’Impero, che si ama presentare come “pacifiche” e “maltrattate”, entrano nello schema della strategia della Casa Bianca che cerca un pretesto di condanna a Cuba di fronte agli organismi internazionali.

Essendo carenti di motivi e avendo abbandonato il paese la quasi totalità delle componenti di questo gruppuscolo, sono ricorse ora a comprare il sostegno dei cittadini con condotte antisociali, in quanto quello a cui aspirano è un avallo che permetta loro di ottenere un visto per emigrare.

Le loro azioni in questi casi si producono in modo regolare dopo una visita alla Sezione di Interessi degli Stati Uniti a La Habana, dove sono ricevute sistematicamente in modo preferenziale, per la loro preparazione, per ricevere orientamenti e rifornimenti.

Il massacro del popolo libico, perpetrato dall’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e dagli Stati Uniti – con l’auspicio del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e sotto la falsa scusa di proteggere civili – è un’alternativa che i nemici della Rivoluzione sognano di legittimare contro Cuba.

Lo scorso 23 agosto la congressista di origine cubana Ileana Ros-Lehtinen, presidentessa del Comitato di Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti, ha chiesto a Obama di aumentare le sanzioni “contro il regime cubano per le ultime aggressioni alle Damas de Blanco”.

Nei suoi eccessi e deliri è andata oltre: ha detto che le stesse “nazioni democratiche” che sostengono quelli che incoraggiano rivolte per abbattere governi in Medio Oriente e in Africa devono appoggiare “l’opposizione” dentro Cuba.

La congressista federale è la stessa che in precedenza si era congratulata per l’inserimento del nostro paese nella fittizia lista che ogni anno il Dipartimento di Stato emette su presunte nazioni che patrocinano il terrorismo, dato che, secondo lei, questo mette in rilievo “la grave minaccia” che rappresenta Cuba per la sicurezza statunitense e della regione.

Con il sostegno del Governo nordamericano e dei suoi Servizi Speciali, vengono amplificate le provocazioni di queste mercenarie.

Per questo ripetono notizie false su diversi mezzi di stampa. Sono azioni che fanno parte di operazioni della cosiddetta guerra psicologica, utilizzata dalla CIA.

Ma innanzitutto perseguono l’obiettivo di generare a qualunque prezzo un incidente che mediaticamente permetta di creare “un caso” su una presunta repressione.

Alcune di queste cittadine hanno tentato di realizzare disordini pubblici a La Habana e a Santiago de Cuba, dove si erano recate dalla capitale, per dirigere le azioni che sono state respinte in modo spontaneo dalla popolazione con slogan di sostegno al processo socialista e ai suoi leader.

Queste donne che oggi si presentano come vittime, che dopo l’esecuzione delle azioni controrivoluzionarie ricevono il pagamento inviato da Miami, sono le stesse che nel 2009 si sono congratulate con il golpista honduregno Roberto Micheletti per la sua azione, mentre per le strade di Tegucigalpa scorreva il sangue del popolo.

Le immagini dei manifestanti repressi in Spagna con colpi e gas lacrimogeni, o a Santiago del Cile, ad Atene, a Londra e persino nella stessa New York, non si vedono a Cuba dai tempi in cui governava il tiranno Fulgencio Batista, figlioccio prediletto delle diverse amministrazioni nordamericane.

Le percosse della polizia, i carri antisommossa e i morti, com’è appena successo a un giovane cileno assassinato durante le proteste studentesche che scuotono la nazione sud-americana, non hanno ricevuto simili campagne di stampa.

I portavoce del Dipartimento di Stato non si sono pronunciati, mentre i congressisti dello stile di Ileana Ros-Lehtinen sono rimasti muti.

Per i cubani è sacra la difesa di un processo che tanto sangue prezioso è costato negli oltre 140 anni di lotta. Per questo continueranno a denunciare queste manovre con le prove che rivelino al mondo la nostra verità.

La storia dei CINQUE in un documentario sottotitolato in italiano

MISSIONE CONTRO IL TERRORISMO

< I  5  EROI  CUBANI >

Proponiamo la storia dei Cinque Eroi Cubani in sei brevi filmati che compongono un documentario di Cubainformación. I filmati sono sottotitolati in italiano.
N°1 – Questo è il prologo…

cubainformacion.tv

Filmato N°2 –

cubainformacion.tv

Filmato N°3 –

cubainformacion.tv

Filmato N°4 –

cubainformacion.tv

Filmato N° 5 –

cubainformacion.tv

Filmato N°6 –

cubainformacion.tv

FINE.

Il Presidente del Parlamento di Cuba avverte che la prossima settimana…

(RICEVIAMO DAGLI STATI UNITI E RIPROPONIAMO)

prima in spagnolo e poi in inglese:

5 de agosto de 2011

Comité Nacional por la Libertad de los Cinco

Ricardo Alarcón:
Las próximas semanas son decisivas para Gerardo

Discurso de Ricardo Alarcón antes el Asamblea Nacional del Poder Popular (ANPP), Havana, 1 de agosto de 2011

El verano es para muchos un período de vacaciones. Sin embargo, deberemos intensificar, también ahora, el trabajo sistemático y consecuente para llevar a la práctica los acuerdos del VI Congreso del Partido y las decisiones de esta Asamblea y del Gobierno para actualizar y perfeccionar el socialismo cubano.

Del mismo modo tenemos que elevar a un plano superior la lucha por la liberación de Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González y René González.

Es la hora de multiplicar sin descanso las acciones para demoler el muro de silencio que permite a Washington perpetuar la injusticia.

Hay que exigirle que entregue la información que esconde sobre su conjura con los llamados “periodistas” de Miami, que calumniaron a nuestros compañeros, y además provocaron y amenazaron a los miembros del tribunal pese a las protestas de la propia jueza; exigirle igualmente que muestre las imágenes satelitales que oculta hace quince años, seguramente porque socavan la mentira norteamericana sobre la ubicación del incidente del 24 de febrero de 1996; debemos reclamar, otra vez, a los llamados medios de información que eliminen la censura que han impuesto al documento por el que Washington admitió, hace ya diez años, que le era imposible sostener su principal acusación contra Gerardo.

Las próximas semanas son decisivas para la conclusión del proceso de Habeas Corpus de Gerardo y como ha ocurrido en ocasiones anteriores, él enfrenta nuevos y graves obstáculos que se agregan a su muy difícil situación carcelaria y constituyen una clara violación a sus derechos y a las propias normas norteamericanas.

En esta etapa crucial se le han creado dificultades adicionales para la comunicación con sus abogados y con los funcionarios consulares cubanos, se le restringe o impide el acceso a la correspondencia, incluida la de carácter legal relacionada con su caso.

Ante esa situación les propongo que adoptemos el siguiente acuerdo:
La Asamblea Nacional del Poder Popular exige a las autoridades norteamericanas que pongan fin inmediatamente al trato injusto e ilegal contra Gerardo Hernández Nordelo y llama a la más amplia solidaridad de los parlamentarios y las personas honestas hasta conseguir la libertad de nuestros Cinco compañeros y su regreso inmediato y sin condiciones a la Patria.
La Habana, Agosto 1, 2011
Asamblea Nacional del Poder Popular
Comprometámonos a esta lucha sin perder un día. Hasta la victoria siempre.

…e in inglese:

The following talk was delivered by Ricardo Alarcón, President of the Cuban National Assembly of People’s Power (ANPP), to the ANPP in Havana, Aug. 1, 2011.

For many people, summertime is a time for vacation. For many people, summertime is a time for vacation. Nevertheless, we need, now more than ever, to intensify efforts and to work systematically towards the full implementation of the agreements reached at the 6th Congress of the Cuban Communist Party, and of the decisions taken by the Cuban Parliament aimed at updating and perfecting Cuban socialism.

In the same manner we must raise to a higher plane the struggle for the freedom of Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González and René González.

Now is the time to multiply — without letup — actions to demolish the wall of silence that has permitted Washington to perpetuate the injustice.

We must demand that Washington release the concealed information about its conspiracy with the so-called “journalists” of Miami, who vilified our comrades, and who also provoked and threatened the members of the jury, despite even the protests of the judge herself. We must equally demand that the government reveal the satellite images it has hidden for 15 years, no doubt because they would undermine the U.S. lie about the location of the incident of Feb. 24, 1996.

We must demand once again that the so-called information media end the censorship it has imposed on the document in which Washington admitted 10 years ago that it was impossible to sustain its principle accusation against Gerardo.

The coming weeks will be decisive in the soon-to-be-concluded Habeas Corpus process for Gerardo. As has happened on previous occasions, he is experiencing new and grave obstacles that compound his very difficult prison situation, and that are a clear violation of his rights and of U.S. norms as well.

In this crucial stage additional difficulties have been created, affecting his communication with his attorneys and with Cuban consular officials; access to his correspondence has been restricted or impeded, including legal correspondence related to his case.

In light of this situation, I propose that we adopt the following:

The National Assembly of People’s Power demands of the United States authorities that they put an immediate halt to the unjust and illegal treatment against Gerardo Hernández. Furthermore, the National Assembly calls for the broadest solidarity of parliamentarians and all honest people to win the freedom of our Five comrades and their immediate and unconditional return to the Homeland.Havana, August 1, 2011
National Assembly of People’s Power

Let us commit ourselves to this struggle without losing one day. Ever onwards to victory.

Gianni Minà interviene sui 5, intervistato da Libera TV.

Da Libera TV (dell’ottobre scorso) riportiamo un’intervista a Gianni Minà che si appresta a partecipare ad una serata a Roma all’Auditorium della Musica, in favore della liberazione dei 5 Eroi Cubani detenuti negli Stati Uniti. Come sempre il grande giornalista è bravo nello spiegare rapidamente anche questioni complesse grazie al dono della sintesi e alla grande conoscenza delle problematiche dei paesi latinoamericani. Era una serata organizzata con l’Associazione Italia-Cuba. Essendo il tema della liberazione dei 5 Cubani una questione irrisolta e sempre più determinante per ciò che riguarda i nostri impegni e le nostre battaglie da affrontare tra il 2011 e il 2012…invitiamo alla visione del breve filmato ed a informarsi sempre più sul caso dei 5.

Commemorate 10 years of the campaign to Free the Cuban Five!

Commemorate 10 years of the campaign to

Free the Cuban Five!

Una sera molto importante questa a San Francisco. La sera in cui iniziano i festeggiamenti per ricordare il 10° anniversario della fondazione del Comitato FREE THE FIVE negli Stati Uniti. Una sera in cui si apre la settimana dedicata a Cuba con cene, spettacoli e bar cubano. Musica e danze cubane. Nella zona di Mission. Festa anche per il 26 luglio, data fondamentale per l’inizio della Rivoluzione che conquistò Cuba strappandola al potere delle multinazionali dello sfruttamento.

Happy birthday dear Committee to Free the five.

Siamo vicini ai compagni statunitensi, vorremmo essere li.

Sanno che con il cuore siamo li con loro.

La festa è segnalata da una gigantesca bandiera cubana che sventola su un palazzo, a Mission Street, San Francisco, California, Stati Uniti.

Questo è il volantino della manifestazione, in doppia edizione, inglese e spagnolo.

Il 5 luglio a Roma…

Di nuovo… il 5 luglio a Roma si è svolta un’iniziativa nell’ambito del programma il 5 per i 5.

Presso i locali della Federazione della Sinistra si è svolto il dibattito organizzato dal Circolo di

Roma dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba con l’intervento del Consigliere Politico

dell’ Ambasciata di Cuba in Italia.

Qui una foto del dibattito: