I poveri di cui non si parla

Immagini dal Primo Mondo censurate dai mezzi di comunicazione tradizionali

di Arthur González *

Molto si scrive e si diffonde sulla povertà nel terzo mondo e peggio ancora se si tratta di screditare governi non accettabili per gli Stati Uniti. Per diffamare Cuba e Venezuela, sono state create intere pagine, con l’unico scopo che nessuno si azzardi a imitare le loro azioni a favore del popolo.
Le immagini di questi due paesi che compaiono sulla stampa, compresa quella digitale, sono solo rovine e caos, premiano persino fotografie e video musicali in cui artisti famosi scelgono come scenari edifici in rovina, come se si trattasse di un’intera città o di un intero paese.
Tuttavia, nella vecchia e colta Europa, o nei potenti e opulenti Stati Uniti, ci sono quartieri poveri e distrutti a cui le autorità governative non offrono sostegno, ma di questo non si parla, e milioni di persone non conoscono la loro esistenza. Lì non vengono girati video, né vengono pubblicate foto per le riviste di moda, né vengono visitati da artisti famosi.
A pochi chilometri dal centro di Parigi, la cosiddetta Città della Luce, vetrina della moda, del lusso e dell’esuberanza, ci sono sobborghi in cui l’uguaglianza e la solidarietà, quella di cui parla tanto la Francia, non esiste. Sono quartieri che molti residenti l chiamano “Il confine tra due mondi” o “I quartieri dimenticati”.


Bobigny è uno di quei municipi di Parigi in cui imperano la povertà e la marginalità, perché il governo non si preoccupa di cambiare la realtà che tanto reclamano i famosi Gilet Gialli.
Un altro è il cosiddetto 93, dipartimento situato a nord di Parigi, dove vivono i francesi più poveri e svantaggiati dal sistema capitalista che dice di preoccuparsi dei “diritti umani” del mondo.
Quel dipartimento, a pochi minuti dal centro della zona più glamour di Parigi, mostra la vera segregazione razziale e la povertà che soffrono abitanti, coloro che non hanno un lavoro fisso né risorse per prendere un trasporto pubblico, perché basta scrivere quell’indirizzo su un modulo di domanda di lavoro che questa non viene accettata.
La zona di Clichy Sous Bois è un altro esempio di povertà e di mancanza di opportunità a Parigi, di cui non è stato mai pubblicato nulla nella stampa occidentale, sebbene nel 2005 sia stato l’asse centrale di forti proteste e rivolte che hanno richiamato l’attenzione dell’Europa.
Le condizioni di vita sono estremamente difficili, edifici a 10 piani con ascensori rotti, problemi con l’acqua, pareti senza intonaco e sporcizia ovunque. Tutto questo in una nazione che non ha mai subito una guerra economica, commerciale e finanziaria, come quella subita da Cuba e dal Venezuela.

Attualmente 116 milioni di persone nell’Unione europea vivono in condizioni di povertà, un quarto della sua popolazione vive minacciata dalla povertà e corre un grave rischio di esclusione sociale.
In Europa ci sono ancora lavoratori che, pur avendo un lavoro, il loro stipendio non è sufficiente per arrivare alla fine del mese, ma la propaganda non li segnala come fanno contro Cuba, in cui il suo sistema garantisce istruzione e salute gratuite, a tutti i livelli, oltre a un paniere alimentare di base ai prezzi sovvenzionati dallo Stato e che, anche se non è molto, molti lavoratori nel mondo vorrebbero poter contare su qualcosa di simile, che aiuta nell’alimentazione della famiglia.
L’Unione europea, quella che tanto si “preoccupa” per la situazione dei diritti umani a Cuba e in Venezuela, ha quasi il 10% della sua popolazione a rischio di esclusione sociale, motivo che ha dato origine alla creazione della Rete europea di lotta contro la Povertà , con l’obiettivo di combattere i salari bassi, i contratti di lavoro precari, le difficoltà di accesso ad alloggi dignitosi e al permanente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, agli alti costi delle cure mediche, delle medicine e dei costi dell’energia elettrica.

In Francia, il 13,1% della popolazione è a rischio di esclusione sociale a causa della mancanza di entrate sufficienti per accedere ai servizi di base. In Germania il 15,1%; in Spagna il 19,6%; in Italia il 18,7%; e nel Regno Unito il 18,8%.
La stampa yankee non fa riferimento a questi fenomeni, al contrario della matrice d’opinione che intendono seminare contro Cuba e il Venezuela, incolpando il sistema economico socialista dei problemi che affrontano oggi, omettendo che la guerra economica, commerciale e finanziaria alla quale sono sottoposti, è la maggior responsabile delle carenze.
Oggi nel mondo si dice che 1000 milioni di persone vivono in estrema povertà, una cifra molto prudente quando si constata la realtà di molti paesi che la nascondono ufficialmente.
Non si fanno campagne stampa per i milioni di persone che risiedono in nazioni con un’economia capitalista e nella cosiddetta “democrazia rappresentativa”, che non possono pagare le fatture mensili, che non si godono mai almeno una settimana di vacanza all’anno, che non hanno abbastanza soldi per un pasto decente ogni due giorni, né possono comprarsi un telefono cellulare, un televisore, una lavatrice o semplicemente pagare il riscaldamento, nonostante il freddo.
Di fronte a questa realtà, che schiaccia centinaia di milioni di persone, i gruppi per i diritti umani che sono sempre a caccia di Venezuela e di Cuba, tacciono.

Cuba, che mostra livelli più elevati di salute, istruzione, integrazione sociale, razziale e di genere, che fornisce assistenza differenziata ad anziani e bambini, in particolare ai disabili e a quelli a cui manca la protezione familiare, viene permanentemente condannata attraverso crociate mediatiche finanziate dagli Stati Uniti, che cercano di distorcere la sua realtà.
Una prova di ciò è la screditata Commissione Interamericana per i Diritti Umani finanziata dagli Stati Uniti, che non ha mai denunciato i crimini contro i leader sociali in America Latina, gli omicidi di giornalisti in Messico, le sparizioni e gli omicidi in Honduras, Guatemala e nello stesso Messico, né l’incuria per gli emarginati.

Di fronte a questo, i popoli del mondo denunciano la povertà che soffrono a causa delle politiche neoliberiste e sostengono Cuba e il Venezuela, perché come ha dichiarato José Martí:
La verità è una sola“.

* Arthur González, cubano, specialista in relazioni Cuba-USA, editore del Blog El Heraldo Cubano

Traduzione di MC²

Fonte: Heraldo Cubano – Cuba

https://heraldocubano.wordpress.com/2019/08/27/los-pobres-que-no-se-mencionan/