Il giorno in cui l’Africa divenne quasi uno stato unito

Ritorniamo sulla tematica dello Stato Unico Federale d’Africa che anche recentemente abbiamo toccato. Solo l’autodeterminazione del continente, la sua uscita totale dal neocolonialismo, potrà contribuire ad una geopolitica senza egemonie imperialiste

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di Ismail Akwei

Il sogno di un’Africa unita è iniziato molto prima della formulazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OAU) nel 1963 a seguito di un intervento del re di Etiopia, Haile Selassie I ad Addis Abeba.

All’inizio degli anni ’60, quando l’indipendenza stava spazzando il continente colonizzato, i combattenti della liberazione e gli eroi dell’indipendenza parlavano genericamente di un’Africa unita che avrebbe messo fine alla colonizzazione in tutto il continente.

l primo presidente del Ghana, Dr Kwame Nkrumah, aveva espresso l’idea nel 1957, quando la Costa d’Oro (Gold Coast – attuale parte del Ghana-ndt.) ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Aveva proposto una immediata unità del continente.

Nkrumah ha inoltre scritto sull’unità africana e ha mostrato la strada sostenendo finanziariamente la Guinea appena dopo che i francesi hanno abbandonato il paese indipendente nel 1958. Ha anche organizzato il primo incontro panafricano chiamato la Conferenza dei popoli africani nello stesso anno.

Uno degli All-African People Conference ad Accra. 

Anche il secondo presidente egiziano, Gamal Abdel Nasser, ha scritto sul concetto di unità africana, mentre il primo presidente della Tanzania, Julius Nyerere, ha espresso fiducia in un’Africa unita.

Insieme, con i leader dell’Algeria, della Guinea, del Marocco, del Mali e della Libia, sono diventati noti come il Casablanca Bloc, formato dopo la seconda Conferenza dei Popoli Africani ad Addis Abeba nel 1961 e guidati da Nkrumah per spingere per una federazione di tutti gli stati africani  chiamati Stati Uniti d’Africa. Il nome trae origine dal poema di Marcus Garvey del 1924, Hail, Stati Uniti d’Africa .

I presidenti Modibo Keita del Mali, Kwame Nkrumah del Ghana e Sekou Toure della Guinea.

Il concetto di Stati Uniti d’Africa è stato osteggiato da alcuni leader di altri stati africani indipendenti tra cui il senegalese Léopold Sédar Senghor e i leader di Nigeria, Liberia ed Etiopia. Sono stati indicati come il Blocco Monrovia e volevano che l’unità potesse essere raggiunta gradualmente, mentre l’Africa continuava a rimanere un continente di stati indipendenti.

I dibattiti successivi su un governo degli Stati Uniti – prima della costituzione dell’OUA – si sono tenuti durante gli incontri nelle città di Sanniquellie, Liberia e Addis Abeba, in Etiopia, rispettivamente nel 1959 e nel 1960. Questo è stato seguito da un invito dell’imperatore Haile Selassie ad Addis Abeba per un vertice.

Haile Selassie che ha aperto l’incontro del 1963 che ha dato vita all’OUA

Si dice che il monarca abbia finanziato la costruzione di una Sala Africa del valore di 2 milioni di dollari per fornire un posto dove i leader africani potessero incontrarsi. Ha anche pagato il conto per una lussuosa guest house e un banchetto.

I leader dei 32 stati africani indipendenti hanno onorato l’invito di Haile Selassie e gli è stato offerto un trattamento di alto merito in vista dell’incontro che è stato un fattore decisivo per l’unità dell’Africa.

Il Blocco di Casablanca sosteneva la filosofia di Nkrumah secondo cui “l’Africa deve unirsi ora”, come per l’Egitto di Nasser, l’Algeria di Ahmed Ben Bella e la Guinea di Sekou Toure hanno denunciato gli “imperialisti” e gli “sfruttatori coloniali” in ogni occasione.

Il Blocco di Monrovia ha ostacolato la possibilità di un’unione immediata con l’argomento che, per quanto possa sembrare positivo, l’unità non avrebbe funzionato se non si raggiungeva la cooperazione economica.

L’ospite, Haile Selassie, ha aggiunto la sua voce dicendo che i leader dovevano muovere passo dopo passo verso l’unità, perché “la tradizione non può essere abbandonata subito” e il disaccordo con un’unione da parte della gente avrebbe potuto frustrare i progressi verso la cooperazione e lo sviluppo.

Un rapporto del New York Times del 1964 affermava che: “Gli africani non sarebbero d’accordo sull’unione immediata perché temono che la guida e l’egocentrismo di Nkrumah potrebbe portarlo a diventare il primo, e forse permanente, ‘presidente’ degli Stati Uniti d’Africa.”

La voce astuta dell’imperatore ottenne con successo le firme di tutti i 32 stati africani indipendenti sulla carta che costituì l’Organizzazione dell’Unità Africana il 25 maggio 1963.

I fondatori dell’O.A.U.

44 anni dopo il tentativo di creare un governo dell’Unione durante la fondazione dell’OUA, l’occasione si presentò ancora una volta alla IX sessione ordinaria della neonata African Union (AU) ad Accra, in Ghana.

L’ordine del giorno era di discutere la creazione del governo dell’Unione per portare alla formazione degli Stati Uniti d’Africa, come adottato da uno studio del 2006. Lo studio prponeva un’unica forza militare africana, una moneta unica e un passaporto unico per gli africani.

Quelli a sostegno del governo dell’Unione includevanoo Robert Mugabe dello Zimbabwe e Muammar Gheddafi della Libia.

L’acceso dibattito ad Accra non ha istituito il governo dell’Unione, ma i capi di stato hanno acconsentito ad accelerare l’integrazione politica ed economica, rafforzare gli organi e le istituzioni dell’UA e quindi a fissare un calendario per istituire un governo dell’Unione con il coinvolgimento degli africani e della diaspora.

Da allora, nel 2007, 2008 e 2009 sono state istituite squadre per rivedere le raccomandazioni e dare il via libera alla trasformazione della Commissione dell’Unione africana nell’Autorità dell’Unione africana, per aprire la strada al governo dell’Unione che dovrebbe essere guidato da un presidente, un vice presidente e dei segretari.

Da allora tutte le squadre hanno rinviato i loro incarichi e il sogno di uno stato africano rimane ancora nei sogni dei suoi principali sostenitori, inclusi Gheddafi e Mugabe, che sono stati ora espulsi dal potere.

Fonte: Face2Face Africa –

https://face2faceafrica.com/article/the-day-africa-almost-became-a-united-state1