Trump, Biden: stessa agenda verso Cuba

di Ramona Wadi*

Biden è stato votato come alternativa a Trump. Quanto funziona bene in termini di politica estera degli Stati Uniti?

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha finora fornito tutte le indicazioni che le sue politiche su Cuba non si allontaneranno da quelle dell’amministrazione Trump. Nel marzo di quest’anno, i funzionari statunitensi hanno detto a Reuters che Cuba non è un elemento importante della politica estera per Biden. La dichiarazione è stata lasciata aperta all’interpretazione fino ad ora, quando l’attuale amministrazione degli Stati Uniti ha deciso di mantenere Cuba nella lista unilaterale e diffamatoria degli Stati Uniti sponsor del terrorismo. Le condizioni per la rimozione sono molto basate su quanta influenza degli Stati Uniti consentirà il paese elencato – in altre parole, diventare un complice degli Stati Uniti in politica estera è un must.

Questa settimana è stata pubblicata una nota firmata dal Segretario di Stato americano Antony Blinken, che affermava : “Con la presente stabilisco e certifico al Congresso che i seguenti paesi non stanno cooperando pienamente con gli sforzi antiterrorismo degli Stati Uniti”. Cuba è stata inserita nell’elenco, insieme a Iran, Siria, Venezuela e Repubblica Democratica Popolare di Corea.

Il Ministero degli Affari Esteri di Cuba ha respinto inequivocabilmente la posizione di Blinken: “Questa è un’accusa totalmente infondata e politica che cerca di giustificare l’aggressione contro Cuba, compresi i disumani blocchi economici, commerciali e finanziari che il nostro popolo ha subito”.

Cuba è stata vittima del terrorismo e delle invasioni statunitensi sin dal trionfo della rivoluzione cubana. Di recente sui social media, la Central Intelligence Agency ha attirato l’ attenzione su una moneta commemorativa creata per celebrare una vittoria anticipata nell’invasione della Baia dei Porci nell’aprile 1961, che si è conclusa con un fallimento 72 ore dopo. L’invasione di Cuba sponsorizzata dalla CIA ha fatto esplodere la stessa retorica che viene utilizzata dall’attuale amministrazione per giustificare la sua oppressione su Cuba. Solo gli Stati Uniti possono determinare cosa significhi libertà per Cuba, nella retorica imperialista, e l’amministrazione Biden non sta abbandonando la narrativa che si è adattata così bene agli Stati Uniti.

Nel caso in cui gli Stati Uniti abbiano bisogno di un promemoria, Cuba ha sollevato le sue responsabilità contro tutte le forme di terrorismo nella nuova costituzione nazionale adottata nel 2019. L’articolo 16 (1) del capitolo II della costituzione afferma che Cuba “rifiuta e condanna il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, in particolare il terrorismo di Stato”.

A livello internazionale, Cuba ha firmato nel 2018 il Codice di condotta verso un mondo libero dal terrorismo. Si è inoltre dichiarata impegnata ad attuare la Strategia globale antiterrorismo delle Nazioni Unite.

Il problema non è l’impegno di Cuba nella lotta al terrorismo, ma l’incapacità degli Stati Uniti di accettare uno stato sovrano indipendente e socialista che ha resistito all’interferenza, nonostante tutte le probabilità contrarie. Quando nel 1998, la Sicurezza di Stato di Cuba aveva notificato agli Stati Uniti le attività terroristiche contro l’isola pianificate dai dissidenti a Miami, l’FBI non si mosse contro il terrorismo pianificato e procedette invece ad arrestare i Cinque Cubani. Allo stesso modo, gli Stati Uniti non hanno mai preso di mira la Cuban American National Foundation (CANF), un potente gruppo di pressione coinvolto in molti tentativi di omicidio di Fidel Castro. Né gli Stati Uniti hanno preso provvedimenti contro i noti terroristi Orlando Bosch e Luis Posada Carriles, entrambi addestrati dalla CIA.

È più pertinente chiedersi perché un paese potente che ha sponsorizzato così tanto terrorismo globale rimanga incontrastato nelle sue designazioni di paesi che presumibilmente finanziano il terrorismo. L’amministrazione Biden sta dando la priorità a Cuba nella sua politica estera, ma lo fa in modo ambiguo. Mantenendo la designazione di Trump, Biden sta prendendo parte attiva nel tentativo di isolare diplomaticamente Cuba, oltre a sostenere le ramificazioni del blocco illegale degli Stati Uniti sull’isola.

Piuttosto che presumere che la retorica diplomatica sulla “revisione” della designazione di Trump indichi un possibile cambiamento nelle relazioni degli Stati Uniti con Cuba, potrebbe essere meglio ritenere l’amministrazione Biden responsabile delle sue azioni. Dopotutto, Biden è stato votato come alternativa a Trump. Quanto funziona bene in termini di politica estera degli Stati Uniti?

*Ramona Wadi è una ricercatrice cilena  indipendente, giornalista freelance, revisore di libri e blogger. I suoi scritti coprono una vasta gamma di temi in relazione alla Palestina e all’America Latina

Fonte: Strategic Culture Foundation – Russia

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