Si smorza un altro dramma di Navalny, malgrado i famelici media occidentali

di Alastair Crooke*

Dopo tre settimane di presunto sciopero della fame, il blogger russo e idolo occidentale Alexei Navalny ha gettato la spugna. Il fattore decisivo è stato il rifiuto delle autorità russe di prostrarsi al dramma orchestrato dall’Occidente.

Un altro fattore è che Navalny è un truffatore e un burattino dei servizi di intelligence occidentali. Fare uno sciopero della fame è forse una delle imprese di autosacrificio più traumatiche e mentalmente atroci. Guardarsi deperire fino alla morte richiede la più profonda convinzione di essere nel giusto.

Mi ricordo di quando ho vissuto lo sciopero della fame dei repubblicani irlandesi di quarant’anni fa, che ha provocato la morte di 10 reclusi in una prigione statale britannica. Il primo a morire di quegli uomini fu Bobby Sands, che il 5 maggio e all’età di 27 anni è passato dal coma alla morte dopo 66 giorni di rifiuto del cibo. E’ stato uno dei periodi più cupi che ha devastato l’Irlanda nel conflitto trentennale con la Gran Bretagna.

Pochi prigionieri politici cominciano uno sciopero della fame, e ancora di meno lo portano fino alla sua fine orrenda. Solo chi si dedica ad una giusta causa potrebbe prendere in considerazione di superare la sfida più seria.

Ecco perché tutta la storia del presunto sciopero della fame di Navalny puzza di falso, complici i servili media mainstream occidentali. Anche l’evidente collaborazione in questo dramma indica la relazione di un fantoccio strumentalizzato dai servizi di intelligence occidentali.

Quando il 31 marzo il truffatore 44enne ha dichiarato che avrebbe fatto lo sciopero della fame, i media occidentali sono stati al passo con titoli sensazionalistici, con i dettagli della sua presunta salute in peggioramento. Ci hanno parlato di sofferenze, dolori e intorpidimento, di “tortura”, “morte imminente” e così via. Anche se le autorità carcerarie russe hanno rilasciato un video con Navalny che gira spavaldo nel suo dormitorio mentre protesta con una guardia per un futile motivo.

La BBC inglese, proprietà della Stato, ha riferito che le autorità carcerarie stavano utilizzando dei trucchi meschini come mettere dei pasti prelibati vicino al letto di Navalny. La BBC non ha mai dato una tale preoccupata copertura a Bobby Sands e ai suoi compagni repubblicani, che subirono abusi disumani da parte delle guardie carcerarie britanniche. Anzi, i media inglesi hanno ritratto come giustificato il trattamento dei “terroristi irlandesi” dell’allora governo di Margaret Thatcher.

Invece del triste destino che avrebbe dovuto affrontare Navalny, i media occidentali hanno riportato le sue dichiarazioni sui social media fatti con un tono scherzoso. “I miei amici riderebbero se mi vedessero ora andare in giro come uno scheletro” ha detto Navalny in uno dei suoi post su Instagram. Com’è possibile che un prigioniero presumibilmente perseguitato abbia la libertà di utilizzare i social media e dar vita ai titoli occidentali? Anche lo humor inopportuno rivela la mancanza di credibilità del suo presunto viaggio verso la morte.

Nel frattempo, le autorità russe monitoravano la salute di Navalny, e dichiaravano che le sue condizioni erano “soddisfacenti”.

Secondo quanto riferito, il Presidente americano Joe Biden e la Cancelliera Angela Merkel hanno ribadito al Presidente russo Vladimir Putin tutta la loro preoccupazione su Navalny. Di nuovo, tale intervento di alto livello è un risultato della strumentazione politica che è in corso. E’ così sproporzionata rispetto alla realtà da essere una prova assurda del dramma sceneggiato.

Ben presto, comunque, è diventato chiaro che la Russia non sarebbe stata condizionata dallo psico-dramma. Le sue leggi e i suoi affari interni non sono aperti a ipocrite ramanzine occidentali.

Navalny è stato arrestato il 17 gennaio dopo essere stato cinque mesi in Germania, in flagrante violazione dei termini della libertà condizionale a seguito della sospensione della sua condanna per frode nel 2014. Mentre era in Germania, Navalny si è inventato il bizzarro dramma di essere stato avvelenato da un gas nervino militare su ordine diretto di Putin. Nessuna prova è mai stata portata a sostegno delle sue affermazioni, ma i media e i governi occidentali hanno avallato la storia come se fosse sacrosanta verità.

La tolleranza e l’adulazione deve aver dato a Navalny un senso di impunità, che ha rafforzato la sua megalomania e ricerca di attenzione. Ha avuto quindi uno shock quando è stato arrestato al suo ritorno in Russia dalla Germania e, nuovamente, quando a febbraio le autorità federali russe hanno ordinato che la sua condanna sospesa fosse commutata in due anni e mezzo dietro le sbarre.

Mentre era in prigione, Navalny ha cominciato a pretendere il “diritto” di essere visitato dai suoi medici privati per il presunto intorpidimento e il mal di schiena. Non male come arroganza!

Chissà come la BBC avrebbe riportato la notizia se i prigionieri repubblicani irlandesi avesse fatto una tale richiesta allo Stato britannico.

In ogni caso, le autorità russe hanno tenuto testa alla forte campagna media occidentale che puntava a far diventare  Navalny un eroe che “soffre la fame”. I dottori del carcere hanno affermato che riceveva cure adeguate. Si potrebbe pensare che le autorità russe abbiano riconosciuto il finto dramma sin dalle prime fasi. Non si riesce a fare uno straziante sciopero della fame senza una volontà di ferro, che Navalny e i suoi addetti non hanno, perché la loro causa è un falso pretesto per destabilizzare la politica interna e indebolire il governo della Russia.

Avendo capito che la battaglia di volontà (e di imbonitori) non sarebbe stata vinta, il piano successivo necessario era quello di creare una via di uscita per Navalny, al fine di evitare un ridicolo imbarazzo.

I 18 aprile i suoi medici personali hanno cominciato ad “avvisare”, attraverso i titoli dei compiacenti media occidentali, che Navalny “sarebbe potuto morire da un giorno all’altro” a causa del deteriorarsi delle sue condizioni. Questo dopo 19 giorni di presunto sciopero della fame. Stranamente, i dottori di Navalny erano in grado, in qualche modo, di fare una così tragica prognosi senza di fatto averlo esaminato di persona.

Poi il 23 aprile la BBC e altri media occidentali hanno pubblicato titoli tipo: “Navalny spinto a porre fine allo sciopero della fame”.

In poche ore, il truffatore ha dichiarato che stava per uscire dal suo digiuno.

Bene, ecco qua. La fine di un altro dramma in cui l’eroe idolatrato dall’Occidente per due volte in pochi mesi ha preso in giro la morte. La prima volta, per un presunto avvelenamento da un mortale agente nervino e, la seconda, con un angosciante sciopero della fame lungo tre settimane (almeno secondo i media occidentali).

A questo punto, gli sceneggiatori dell’intelligence per Navalny e i media occidentali sono gli unici ad avere fame.

*Alaistar Crooke è un ex diplomatico britannico, fondatore e direttore del Conflicts Forum, un’organizzazione che sostiene il dialogo tra l’Islam politico e Occidente; analista geopolitico di lungo corso

Fonte: Strategic Culure Foundation – Russia

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