Julian Assange, prigioniero politico. Lo afferma Mumia Abu Jamal

Mumia Abu-Jamal oggi

di  Mumia Abu-Jamal *

Per prima cosa: chi è Julian Assange? E secondo, perché la sua lotta è importante per qualcuno di noi?

Assange, nato a Townsville, Queensland, Australia, nel 1971, è il fondatore del servizio di media online globale noto come WikiLeaks. In quanto tale, Assange è un giornalista. Il suo gruppo è stato un campione di successi, acquisendo e trasmettendo file e promemoria interni dei governi di tutto il mondo.

Per questo, è stato perseguitato, preso di mira e incarcerato, ora sta scontando oltre 50 settimane in Gran Bretagna, senza possibilità di uscire su cauzione in attesa della decisione, per evitare l’estradizione negli Stati Uniti, che cercano di imprigionarlo per aver violato lo US Espionage Act.

Come mostrato in precedenza, Assange, nato in uno stato del Commonwealth britannico (Australia), non è un americano e non deve alcuna fedeltà agli Stati Uniti.

Ma l’impero statunitense governa il mondo, non solo il territorio statunitense.

Il 25 luglio 2010 WikiLeaks ha pubblicato sul suo sito web circa 75.000 documenti sulla guerra in Afghanistan. Questi documenti hanno presentato un ritratto schiacciante dell’impero statunitense al lavoro.

Ma quando attacchi l’impero, l’impero reagisce.

Per aver pubblicato documenti che hanno messo in imbarazzo gli Stati Uniti, Assange, se condannato, rischia infatti oltre un secolo, 175 anni di prigione. E, come cittadino straniero, il primo emendamento alla Costituzione non gli fornirebbe neppure una difesa.

Quindi, aspetta: gli Stati Uniti possono invocare la loro legge penale per l’uso in tutto il mondo, ma la Carta dei diritti non si applica agli stranieri?

Sembra giusto …

Le guerre in Iraq e in Afghanistan sono ora ampiamente considerate i più grandi errori nella politica estera degli Stati Uniti, poiché le guerre per il cambio di regime sono scaturite su una serie di bugie e disinformazione. (Veloce! Ricordi “armi di distruzione di massa”?)

Quante migliaia – e decine di migliaia – sono morte sulla base di un miraggio americano?

Assange, attraverso le sue rivelazioni giornalistiche, ha contribuito a risvegliare generazioni agli elementi delle guerre imperiali.

Non stava spiando. Le spie lavorano per governi e forze armate. I giornalisti lavorano per informare le persone, per ampliare i confini della democrazia.

In un passato non così recente, l’impero statunitense ha utilizzato i suoi strumenti di repressione per mettere a tacere i suoi oppositori, anche quando erano cittadini statunitensi.

Mi viene in mente il bersaglio di Julius ed Ethel Rosenberg; furono chiamate spie e successivamente fulminate (sulla sedia elettrica).

Mi viene in mente il caso di Sacco e Vanzetti, immigrati dall’Italia.

Viene anche alla memoria il bersaglio della filiale di New York del Black Panther Party e il processo al Panther 21, con accuse inventate.

Julian Assange è prigioniero di una vendetta politica.

È dunque un prigioniero politico?

Ci puoi scommettere.

-Il testo è ricavato da questa registrazione di Prison Radio: https://www.prisonradio.org/media/audio/mumia-abu-jamal-sci-mahanoy/julian-assange-815-mumia-abu-jamal

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*Mumia Abu-Jamal è un’attivista politico e giornalista nato a Filadelfia, in Pennsylvania, il 24 aprile 1954. Nato come Wesley Cook, ha preso il nome di Mumia (“Principe”) al liceo mentre frequentava un corso sulle culture africane. Membro delle Pantere Nere, è stato condannato a morte per l’omicidio nel 1981 dell’agente di polizia di Philadelphia Daniel Faulkner; divenne poi noto per i suoi scritti sul sistema giudiziario degli Stati Uniti. Si è sempre proclamato innocente e ha visto la pena tramutata in ergastolo

Fonte: Prison Radio – USA

https://www.prisonradio.org/