Cambierà anche la narrazione sul clima…

Dietro a tutto c’è Al Gore? Molto probabile, quasi certo…

Si, dovrà cambiare la narrazione sul clima. Lo abbiamo già detto e non perché non esista un problema relativo al  riscaldamento del pianeta, ma perché la spiegazione fin ora divulgata come unica è di fatto falsa. Forse dovremmo meglio dire che è forzata verso una direzione che, fino a poco tempo fa, serviva al 1° Mondo per dire al 2° e al 3°, di non sognarsi neppure lontanamente di intrapprendere l’industrializzazione o il movimento intensivo di merci e persone. Africa, Cina… India, please…

Per anni è stata costruita la narrazione utile a questo primato: sono state allevate una o due generazioni di “difensori dell’ambiente”, in Occidente, agguerrite e ultimamente al seguito di alcuni leader -davvero poco credibili- come la triste ragazzina svedese data in pasto al successo mediatico dai genitori che, come attori di secondo piano del teatro locale, forse non lo avevano ottenuto.

Poi, alcune cadute di stile comunicativo, l’aggressione violenta del body guard a un giornalista che tentava l’intervista non concordata (con i detentori dei diritti d’immagine), l’hanno forse annebbiata o messa in quarantena per tempi migliori.

Abbiamo a suo tempo mostrato su questo sito il ritrovato documentario “La grande truffa del riscaldamento globale“, qui, proponendolo sottotitolato in italiano, con interviste a scienziati bollati mediaticamente come “negazionisti” o “complottisti”. Abbiamo riportato anche interviste a insospettabili “non allineati”, scienziati come il  Premio Nobel Carlo Rubbia (sparito dalle cronache), climatologi o professori vari, come Franco Prodi, fratello dell’ex Presidente del Consiglio italiano, qui.

Tra questi anche alcuni EX leader delle battaglie ambientaliste, come uno dei fondatori di Green Peace, scappato dall’emerita associazione quando ad assumerne il controllo sono state altre forze, come sostiene proprio nel documentario che sopra abbiamo segnalato.

Ormai, come potete vedere dalla foto qui sotto, siamo arrivati anche alla mancanza di controllo sull’operato degli stessi “attivisti”.

Foto dell’atto criminale svolto dall’attivista australiano che aveva assoldato anche forze locali per la “bravata” che ha lasciato un danno forse irreparabile alle “linee di Nazca” in Perù.

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Open your eyes, your ears and your mind…

Lito