Bernie: l’ebreo che spaventa Israele

Bernie Sanders con alcuni sostenitori del movimento “Ebrei contro l’occupazione”

Bernie Sanders è nato  a Brooklyn nel 1941 da genitori ebrei, madre russa e padre polacco. Solo sei anni prima, sempre nello stesso quartiere era nato con origini famigliari simili Allan Stewart Königsberg, che da grande sarebbe diventato Woody Allen. L’ambiente, la matrice, la cultura di fondo e le possibilità economiche sono state simili. Bernie Sanders ha poi conseguito una laurea in Scienze Politiche all’Università di Chicago, ma amando la vita rurale dal 1968 vive nel Vermont, Stato agricolo per vocazione. Le prime esperienze che lo formano il socialdemocratico che è adesso, le fa proprio in Israele, nel 1963, andando a vivere nel kibbutz a gestione socialista di Sha’ar HaAmakim ad Haifa.

Ma gli attuali poteri forti israeliani e i lobbisti ebrei negli Stati Uniti tremano all’idea che Bernie Sanders possa diventare il  prossimo presidente degli Stati Uniti d’America.

Sanders è critico, aspramente critico con Israele, ma non solo da quando l’attuale presidente ha fatto piazza pulita di ogni possibilità di dialogo tra israeliani e palestinesi, da molto prima. Le politiche dei governi di marca Likud, di cui Benjamin Netanyahu è stato alla guida tante volte, sono spesso state al centro della sua attenzione politica. Anche durante le primarie democratiche del 2016, non aveva limitato gli attacchi alla leadership israeliana, con azione coerente e senza farne una valutazione di opportunità elettorale. La forza della sua posizione sta in un principio di fondo che Sanders, proprio in quanto ebreo, ha sempre attuato: criticare Israele per quel che fa, per le politiche colonizzatrici che i governi portano avanti, ma mai per ciò che è, la nazione ebraica fattasi Stato nel 1948. Una posizione criticabile, ma logica, coerente e conseguenziale. Soprattutto sempre ferma.

Aderire a questa visione politica non è facile per chiunque, perché bisogna mettere in conto che gli avversari proveranno comunque a usare l’accusa più potente: essere antisemita. Si ma come sarà possibile accusare politicamente un ebreo -fatto e finito- con accuse di antisemitismo? Solitamente il ragionamento che vuol sorvolare sulle colpe del torturatore, in base a quante ne avevano sofferto i suoi avi, si assorbe nel muro di gomma dell’informazione delle multinazionali che attribuiscono l’antisemitismo a chiunque tenti di toccare l’ebraicità, nel suo senso più lato. Ma contro la figura di un ebreo che ragiona e fa ragionare i suoi elettori da esseri umani, nel senso etico dell’espressione, quale strategia dovrà essere inventata?

Gran parte dei membri della famiglia originaria di Sanders morì nell’Olocausto. Tacciare un ebreo di antisemitismo diventerebbe un’impresa difficile anche per i più accesi anti-palestinesi israeliani.

Sostenere coerentemente la soluzione dei “due Stati”, come propone Bernie Sanders lo qualifica senza dubbio come un “sionista”, vista l’etimologia originaria del termine, quella della quale si erano fatti promotori i padri fondatori dello Stato d’Israele. Questa è la visione del Senatore Bernie Sander; così la pensa e così la penserebbe anche se dovesse succedere a Trump.

Perseguendo la coerenza con il suo modo di pensare, ha spesso citato Zeev Sternhell, il più autorevole storico israeliano, il quale aveva affermato: “Il sionismo ha il diritto di esistere solo se riconosce i diritti dei palestinesi. Chi vuole negare ai palestinesi l’esercizio di tali diritti non può rivendicarli per se stesso soltanto.

Tralasciamo la nostra visione del problema e le soluzioni che proporremmo, visto che sul tema non siamo assolutamente in sintonia politica con Bernie Sanders, ma rispetto alla sua opinione non possiamo che sottolinearne la coerenza e la mancanza di arroganza del modo di porsi, sentendoci sollevati perché per la prima volta scopriamo il rispetto e la vera volontà di ascoltare le altrui ragioni.

Speriamo che il Dio degli israeliani e/o quello dei palestinesi si decida a gettare un’occhiata verso la Terra santa, o meglio verso Washington.

Lito